La guerra in Ucraina

Putin, mistero sul discorso rinviato: referendum o ipotesi nucleare?

Dopo il rinvio del discorso di Putin, cominciano a figurarsi i primi scenari. Tra i possibili, c’è la mobilitazione di massa e l’atomica

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Si avvolge il mistero intorno alle stanze dei bottoni di Mosca. Alle 19 italiane di ieri sera, il Cremlino aveva programmato un discorso alla Nazione di Vladimir Putin, che invece non si è tenuto. Anzi, i canali informativi del regime russo, in particolare l’emittente di Stato Rt, hanno cancellato i tweet annuncianti l’orario in cui il leader avrebbe dovuto intervenire.

L’ipotesi dell’invasione di massa

Numerose sono le speculazioni, portate avanti sui canali social, in queste ultime ore. Da una parte, come alcuni media dell’Est Europa, c’è chi sostiene l’annuncio della possibile invasione di massa della Russia nei confronti di tutto lo Stato ucraino, con la piena mobilitazione delle forze militari di Mosca. Secondo queste fonti – come il canale Twitter Visegrad24, tra i più attenti osservatori politici di Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca – il discorso di mobilitazione dovrebbe andare in onda questa mattina. Per di più, qualche utente avrebbe portato avanti la possibilità che Putin potesse dichiarare l’utilizzo della bomba atomica. Ad ora, però, tutte le teorie rimangono solo ipotesi, che non rispondono ad alcuna conferma dei media locali.

Eppure, proprio in queste ultime ore, Mosca ha rinforzato il proprio esercito con ulteriori 137mila soldati, entro la fine del 2022. La crescita dell’apparato bellico, infatti, sarà del 10 per cento al termine dell’anno, con le unità impiegate nel conflitto destinate a superare quota un milione e mezzo, segnale evidente di come la guerra stia volgendo in modo sfavorevole al Cremlino.

Il referendum per l’annessione del Donbass

Nelle regioni ucraine, dove il conflitto rimane sempre accesso, ovvero quelle di Lugansk e Donetsk, le popolazioni filo-russe attendevano con ansia il discorso del leader russo. Il motivo era essenzialmente uno: come riportato ieri pomeriggio, sul sito nicolaporro.it, il Parlamento dell’autoproclamata Repubblica indipendente di Lugansk ha approvato all’unanimità il referendum per l’annessione alla Federazione. Secondo fonti vicine al Cremlino, circolate sulla stampa americana e sull’agenzia russa Tass, il voto dovrebbe tenersi tra il 23 ed il 27 settembre, anche se, appunto, non abbiano ancora conferme ufficiali dagli uffici di Vladimir Putin.

Intanto, però, i filo-russi di Kherson, nella figura del capo dell’amministrazione militare-civile della regione, Vladimir Saldo, chiedono a gran voce che Mosca interrompi il silenzio: “A nome dei cittadini e dei residenti della Regione di Kherson, comprendendo il secolare legame storico e inestricabile con il popolo della Federazione Russa, al fine di definire la personalità giuridica internazionale, chiediamo a Lei, Vladimir Vladimirovich, di sostenere la scelta del popolo della Regione di Kherson, nel caso in cui decidesse di autodeterminarsi e di aderire alla Federazione Russa”.

L’annuncio della pace

Terza ipotesi, anche se risulta essere la più improbabile, è quella di una dichiarazione di pace: Putin ritirerebbe le proprie truppe, a causa delle difficoltà che le milizie russe avrebbero incontrato sul campo nelle ultime settimane. Tale orientamento, difficilmente verificabile, non pare però infondato. Esso, infatti, si basa sulle dichiarazioni del presidente turco Erdogan, tra i leader cruciali nella ricerca di un tentativo di intavolare le trattative tra Kiev e Mosca, il quale ha esplicitato la volontà di Putin di porre fine al conflitto il più presto possibile. Ipotesi, però, che in queste ultime ore sembra essere stata frantumata dai fatti.

Nel frattempo, l’Ue comincia a discutere l’imposizione di nuove sanzioni contro la Russia, in caso di riconoscimento del referendum per l’annessione del Donbass. Ieri sera, Macron ed il consigliere per la sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan, in un briefing con la stampa, hanno parlato di “voto farsa”, dovuto alla “reazione di Putin, dopo le ultime vittore dell’esercito ucraino”.

Il video-messaggio di Putin

Al di là delle reazioni dei leader internazionali, il mistero continua comunque a dominare la scena. Ieri sera, la stessa Russia Today, nella figura della caporedattrice Margarita Simonyan, ha intimato la popolazione ad “andare a dormire”; il quotidiano inglese Telegraph, in prima pagina, ha annunciato l’imminente mobilitazione dell’esercito, oltre all’occupazione “di larga parte dell’Ucraina”. Insomma, a sette mesi dall’inizio del conflitto, la tensione è tornata ancora alle stelle. E questa volta pare che il Cremlino voglia fare sul serio.

Poco dopo le 8 di stamattina, però, si è sciolto il nodo: il Cremlino ha diffuso un video-messaggio di Putin, con cui il leader russo ha annunciato la mobilitazione parziale delle truppe. Il decreto, presentato dal Ministro della Difesa, è già stato firmato e verrà applicato dalla giornata di oggi. Nel discorso, il leader è tornato all’attacco anche nei confronti dell’Occidente: “Stanno ricattando la Russia, ma noi abbiamo molte armi con cui rispondere. Utilizzeremo tutte le risorse che abbiamo per difendere la nostra gente”. Non è quindi esclusa l’arma atomica. Nel decreto appena sottoscritto, inoltre, Mosca offrirà uno status legale ai volontari che combatteranno nel Donbass, contro “l’invasore ucraino”.

Matteo Milanesi, 21 settembre 2022

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