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Putin sbaglia: Prigozhin non è Lenin

Nel suo discorso il presidente russo evoca la rivoluzione del 1917. Ma c’è qualcosa che non torna

prigozhin rostov

Il parallelo con la rivoluzione d’ottobre del 1917? L’ha evocato Putin nel suo discorso alla nazione, dicendo che quella di Prigozhin è una coltellata alle spalle della Russia, come quella che le è stata inferta nel 1917, “quando il Paese stava combattendo nella prima guerra mondiale”. Nel 1917, in piena guerra, il cambio di regime partì dalla piazza. A febbraio, scesero in piazza gli operai per protestare contro le condizioni in cui versavano dopo anni di guerra e una carestia. Le proteste si ampliarono e si trasformarono in una rivoluzione, quando lo zar ordinò di sparare sulla folla a Pietroburgo. I manifestanti attaccano le caserme ma i soldati, anziché respingerli, si unirono a loro. Il 27 febbraio si costituì Soviet, un’assemblea dei lavoratori.

Poi, l’1 marzo, un governo provvisorio. Lo zar, di fronte all’andamento pessimo della guerra e la caotica situazione interna, abdica il 2 marzo. Lenin torna dall’esilio in Svizzera il primo aprile su un vagone piombato, dove pronunciò le tesi d’aprile. A giugno, una controffensiva dell’esercito russo al fronte viene rovinosamente respinta. L’attesa per un’azione risolutiva di Lenin crebbe. Ma Lenin esitò e fu costretto dalla repressione del governo provvisorio (guidato da Kerenskij) all’esilio in Finlandia. Tornerà ad ottobre, chiamando il popolo alla rivolta, e riuscendo a prendere il potere, dopo l’assalto al Palazzo d’inverno.

Per approfondire:

Credendo che l’esercito russo si stesse sgretolando, Lenin decide di porre fine alla guerra. Cosa che farà il 3 marzo 1918, firmando il trattato di Brest-Litovsk, i cui termini erano rovinosi per la Russia: Polonia, Finlandia, Estonia e Lituania ottenevano infatti l’indipendenza nominale sotto il controllo della Germania. La nuova Repubblica sovietica perdeva il 34% della popolazione, il 32% delle terre agricole, il 54% delle strutture industriali e l’89% delle miniere di carbone.
A ciò allude Putin quando, oggi, dice che nel 1917 “la vittoria fu rubata alla Russia” e che complotti, trame e manovre alle spalle del popolo si risolsero “nella distruzione dell’esercito, il collasso dello stato, la perdita di immense parti di territorio”.

Iolanda, 24 giugno 2023