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“Putinisti d’Italia”. Persino Travaglio dà una lezione a Letta

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Oramai accade di tutto in questo disgraziato Paese, persino di assistere ad una più che condivisibile lezione di tolleranza impartita in diretta televisiva da Marco Travaglio. È successo martedì scorso su La7, durante Otto e Mezzo sul tema caldo della guerra in Ucraina. La conduttrice, chiede al direttore de il Fatto Quotidiano il suo parere sulla seguente dichiarazione di Enrico Letta: “Il filoputinismo in Italia è impressionante.” Immediata e molto tagliente la risposta di Travaglio il quale, dopo aver definito una sciocchezza l’asserzione del segretario dem, ha segnalato che in Italia “c’è una specie di caccia alle streghe da parte delle Sturmtruppen che non consentono nemmeno un ragionamento, nemmeno un pensiero diverso. C’è una specie di caccia all’uomo che criminalizza chi cerca le cause della guerra, scambiando ciò con il dar ragione a Putin.”

Ci risiamo, dunque. Dopo l’allucinante ricerca con ogni mezzo di un surreale unanimismo sulle misure di contrasto al coronavirus, bollando come eretico chiunque sostenesse un pensiero appena diverso da quello proposto dal dogma ufficiale, oggi assistiamo ad una analoga demonizzazione di coloro i quali esprimono giudizi non perfettamente allineati con la versione del conflitto veicolata dal mainstream mediatico. Non abbiamo fatto in tempo a mandare in soffitta il soffocante conformismo sul coronavirus e sulle ricette per contrastarlo, che già ce ne ritroviamo un altro, che si preannuncia altrettanto soffocante, sulla guerra in atto in Europa orientale.

Ciò, per quel che mi riguarda, non significa considerare legittima la linea guerrafondaia decisa dal Cremlino. Così come non si può fare a meno di evidenziare che nella minoranza di filoputiniani si raccoglie un coacervo di persone anti-eshtablishment e anti-sistema, che pur appartenendo a culture politiche assai lontane tra loro, vedono nell’America, nella Comunità europea e nella Nato i veri nemici. Ma ci sono anche persone che, pur condannando senza se e senza ma l’attacco russo ad uno Stato sovrano, avanzano critiche ragionate alla linea fin qui seguita dall’Occidente.

Ora, senza chiamare in causa il grande Voltaire, che non da oggi continua sicuramente a rivoltarsi nella tomba, forse sarebbe il caso si smetterla con una tale, forsennata ricerca di unanimismo su una questione tanto complessa. Una tendenza nefasta che non ha proprio nulla a che spartire con quella tanto decantata libertà di cui i nostri massimi esponenti politici e istituzionali si riempiono costantemente la bocca. In tal senso il conformismo, la ricerca dell’unanimismo a tutti i costi non fa assolutamente rima con la libertà di pensiero di espressione. Meditate gente, meditate.

Claudio Romiti, 25 marzo 2022