Lo scandalo scoppiato a Bruxelles, che tende sempre più ad allargarsi, potrebbe essere un’occasione storica per il nostro governo per giocarsi, con qualche possibilità di ottenere risultati positivi, la partita che la oppone all’Unione Europea sul tema del controllo dell’immigrazione clandestina. Quel che sta venendo fuori conferma infatti, con l’evidenza e la forza dei fatti, tutto ciò che avevamo sempre saputo ma che una fetta non irrilevante di opinione pubblica non era disposta ad ammettere. Non solo: lo scandalo mostra anche a noi stessi che elementi che consideravamo presenti ma sciolti da legami erano invece perfettamente integrati in un sistema generale di corruzione e destrutturazione dall’interno del sistema europeo e dei suoi valori. Mi riferisco al ruolo giocato da molte Ong in combutta con scafisti e trafficanti di carne umana, agli interessi di vari Paesi islamici a “penetrare” in Europa, all’azione di molti dei parlamentari progressisti (e dei loro assistenti) portatori di un’ideologia “aperturista” che altro non era che la copertura di interessi quasi sempre loschi.
Per approfondire
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Quello che la destra da anni aveva denunciato, e che ora che è al governo è diventato oggetto di un contenzioso più o meno aspro con l’Unione Europea e con singoli Stati membri, da oggi in poi non potrà essere facilmente sottovalutato. Né le azioni conseguenti potranno con facilità essere liquidate come politiche di “disumanità”, come nemmeno un mese fa aveva fatto il governo francese.
Il problema della sovranità europea, e quindi di un rigido controllo dei confini, posto dall’Italia si pone nei termini inequivocabili di un’azione diretta o indiretta di Stati stranieri autocratici e teocratici per influenzare, con successo, le decisioni prese a Bruxelles. Proprio ciò che, senza nessuna prova e con un semplice processo alle intenzioni, veniva imputato, ad esempio, a Matteo Salvini, è risultato ora essere la prassi effettiva di lobby parlamentari e di sottogoverno ben insediate e influenti nella maggioranza che governa l’Europa.
In questa plateale perdita di credibilità dell’Unione, la destra, spesso accasuta ingiustamente di antieuropeismo, ha la possibilità di tessere alleanze e contribuire ricreare l’Europa su nuove e più democratiche basi. Bruxelles deve ora prima di tutto aiutare l’Italia a rispettare i suoi e comuni confini. Dovrà poi ammettere che potrà esserci una unione effettiva senza sovranità. E chi non lo capisce semplicemente non crede nell’Europa, ma fa solo finta.
Corrado Ocone, 16 dicembre 2022