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Qual è il vero obiettivo della rottura di Le Pen e Salvini con l’Afd

Le grandi manovre a Bruxelles per mandare i socialisti all’opposizione. Cosa può succedere con l’Ecr di Meloni

destra elezioni europee © iStackphotons tramite Canva.com

L’annuncio di Marine Le Pen, leader del Rassemblement National, seguita da leader della Lega Matteo Salvini, di non voler più far parte di un gruppo europeo insieme ad Alternative fur Deutschland, il partito sovranista tedesco, è una notizia non inaspettata per chi segue la politica europea destra. Ma comunque molto importante.

Non inaspettata perché è evidente che con il voto dell’8-9 giugno potranno aprirsi nuovi scenari a livello europeo con una ipotetica maggioranza che escluda i socialisti oppure, se non ci saranno i numeri per escludere, in ogni caso ci sarà una maggioranza più sbilanciata verso il centro-destra. In questa logica, nei confronti dell’AfD è stata messa una sorta di linea rossa, una sorta di veto da parte della Cdu e della CSU, quindi del principale partito dei Popolari europei.

Una linea rossa che progressivamente è venuta a meno nei confronti del Rassemblement National perché Marine Le Pen può ambire alle prossime presidenziali ad ottenere una vittoria in Francia. Non dimentichiamoci che Emmanuel Macron non potrà ricandidarsi e al tempo stesso il Rassemblement National sarà quasi certamente il primo partito francese in termini di consenso.

Le altre compagine che faranno parte di Identità e Democrazia sono: la Lega, che è un partito storicamente di governo dal 1994 in avanti; Geert Wilders che ad oggi è la principale forza nel nuovo governo olandese; e Marine Le Pen che può in prospettiva per l’appunto ambire un ruolo importante in Francia. Sono forze politiche che rientrano in un novero molto più istituzionale rispetto a quanto potrebbe essere, e quanto è in realtà, l’Afd. Ecco da dove nasce questa rottura, che ha una valenza evidentemente di carattere politico anche in vista delle prossime mosse all’Europarlamento. Non è detto che Id e l’Ecr, il gruppo di Giorgia Meloni, riusciranno a creare un unico grande contenitore ma senza dubbio vi sarà un’alleanza più strutturale della destra europea. Che poi è la direzione verso cui bisogna andare.

Per cui, anche se formalmente dovessero rimanere separati l’Ecr e un altro gruppo -che non si chiamerà evidentemente più Identità e Democrazia- di cui faranno parte la Le Pen, Salvini, Wilders, Chega in Portogallo e FPÖ in Austria, di sicuro tra loro ci sarà una maggior sponda. Magari con il grande obiettivo di mandare finalmente i socialisti all’opposizione a Bruxelles.

Francesco Giubilei, 22 maggio 2024

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