Politica

Qual è l’eredità politica di Berlusconi

Ha sdoganato la destra e recuperato la cultura liberale. Il liberal-conservatorismo di governo nasce qui

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Con la morte Silvio Berlusconi abbandona definitivamente il palcoscenico della politica ed entra in quello della storia. Come è noto il giudizio storico non ha il compito né di assolvere né di condannare. E spesso è impietoso: personalità che erano state considerate centrali nella vita del proprio tempo, presto sono dimenticate o considerate “minori”. Già oggi si può dire che questo non accadrà per il Cavaliere di Arcore: la sua traccia sulla politica e sulla società italiana resterà indelebile perché ha rivoluzionato la prima ed ha capito come pochi le nuove esigenze e bisogni che emergevano in seno alla seconda.

Negli anni Ottanta ha interpretato la voglia diffusa di “riflusso”, cioè di alleggerimento di quella cappa di piombo che la cultura catto-comunista (e di un certo azionismo) aveva negli anni impresso al nostro Paese. Da qui il suo impegno nelle televisioni. Nel decennio successivo si è invece posto il compito di laicizzare e democratizzare la vita politica italiana, di avvicinarla al parlare e al sentire comune, di corrispondere a quel processo di individualizzazione che era proprio della società occidentale. Si è rivolto così direttamente ai ceti vivi, imprenditoriali e alla larga classe media che portava avanti il Paese ma si sentiva vessata da uno Stato inefficiente e prepotente.

Per approfondire

La sua intuizione fu quella di fermare la “gioiosa macchina da guerra” messa su dagli ex comunisti con una strategia culturale e politica il cui successo dimostrò la sua straordinaria capacità di visione. Dal primo punto di vista, egli ebbe l’intuizione geniale di recuperare una cultura politica che in Italia era stata significativa ma minoritaria, schiacciata dal catto-comunismo imperante: quella liberale.

Politicamente, Berlusconi, capendo subito la logica del maggioritario, sdoganò la destra e ne avviò quella trasformazione in un moderno partito conservatore che oggi le permette di governare. Smascherò così tutte le ambiguità, le ipocrisie, i conformismi, di una sinistra che invece quella conversione liberale e democratica non l’ha saputa fare. E che anzi trovò nel giustizialismo illiberale la sua nuova valvola di sfogo. Il liberal-conservatorismo di governo a cui siamo infine approdati nasce da qui. Onoreremo l’eredità di Berlusconi tenendo viva e rafforzando ancora di più la componente liberale di questa virtuosa sintesi.

Corrado Ocone, 13 giugno 2023