Ah rieccoci. Dopo la feroce bagarre interna nata a seguito della nomina di Raffaele Fitto alla vicepresidenza esecutiva della Commissione Ue, il campo largo si sfalda nuovamente. Ad aprire l’ennesima crepa nella coalizione elettorale di centrosinistra questa volta ci ha pensato la Cgil, con la manifestazione di protesta contro il Ddl Sicurezza indetta per mercoledì 25 settembre davanti al Senato della Repubblica, lì dove il disegno di legge voluto dal governo Meloni proseguirà il suo iter dopo l’approvazione alla Camera dei deputati avvenuta nei giorni scorsi.
Accanto al segretario della Cgil Maurizio Landini e a quello della Uil Pierpaolo Bombardieri, ad esprimere apertamente il loro dissenso contro le scelte dell’esecutivo di centrodestra ci saranno il segretario del Pd Elly Schlein, il presidente dei Cinque Stelle Giuseppe Conte, i leader di Avs Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni e il segretario di Più Europa Riccardo Magi. Assenti ingiustificati i leader centristi della coalizione, Matteo Renzi e Carlo Calenda, che fanno sapere di non gradire i metodi degli alleati e di prediligere l’opposizione in aula a quella fatta nelle piazze. “Come sempre noi non facciamo opposizione nelle piazze, ma in aula”, avrebbero dichiarato infastiditi alcuni esponenti di Italia viva, perennemente in contrasto con quella componente sinistra della coalizione che invece sfilerà convintamente davanti Palazzo Madama per rievocare il solito vecchio spettro della deriva autoritaria. “Quando stabilisci per legge che gli operai che manifestano perché vedono andare in fumo i propri posti di lavoro, o che gli studenti o gli ecoattivisti che manifestano per un mondo non travolto dalla crisi climatica, non sono più passibili di un illecito amministrativo, ma vanno in galera, allora la democrazia di questo Paese è a rischio”, ha affermato il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni nell’intento di soffiare sul fuoco della protesta e mobilitare la piazza contro l’esecutivo.
Ancora una volta, i principali interpreti del nascituro fronte di centrosinistra si ritrovano dunque in netto disaccordo tra loro e si spaccano in due blocchi contrapposti l’un contro l’altro armati. Insomma, nulla di nuovo sotto il sol dell’avvenire. Il campo largo è il solito guazzabuglio.
Salvatore Di Bartolo, 24 settembre 2024
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