È arrivato il momento di dire basta. Basta ai collettivi universitari che impediscono a Capezzone di presentare un libro o a Biloslavo di parlare. Basta ai compagni che gettano in terra i volantini degli studenti di destra. Basta con le femministe che tolgono la parola ad Eugenia Roccella. Basta con Cambiare Rotta e soci che irrompono durante un convegno alla Statale di Milano promosso dai giovani di Comunione e Liberazione (Obiettivo Studenti) e a suon di bestemmie impediscono ai relatori di discutere sulla “libera scelta” di chi invece di abortire decide di “accogliere la vita”.
E guardate che poco importa se hanno fracassato i timpani, intonato cori indegni del tipo “Ciellino aborto mancato” o “obiettore ti uccidiamo senza fare rumore”. Non ci scandalizziamo neppure per l’acqua gettata contro gli organizzatori, per le luci e i microfoni staccati, per il dirigente dell’Università buttato in terra. La cronaca ci insegna che gli atti violenti, intimidatori e prevaricatori sono il tratto distintivo dei sedicenti democratici, convinti che democrazia sia solo quello che piace a loro. Poi certo: che i paladini del femminismo minaccino di morte (“sappiamo dove stai di casa, ci vediamo presto”) una delle relatrici donna, farebbe anche ridere se non ci fosse da piangere. O da preoccuparsi. Perché evidentemente la situazione sta sfuggendo di mano.
Non è possibile che un banalissimo convegno con relatori di tutto rispetto (Soemia Sibillo, direttrice del Centro Aiuto alla Vita Mangiagalli, Chiara Locatelli, neonatologa del Policlinico Sant’Orsola di Bologna e Costanza Raimondi, ricercatrice in bioetica alla Cattolica) venga interrotto solo perché secondo i giovani sinistri si farebbe propaganda contro la legge sull’aborto. A parte che non era vero, visto il tema al centro del dibattito. Ma anche fosse stato un incontro dei Pro Vita per raccogliere le firme per un referendum che abolisca l’aborto in Italia, dove sarebbe lo scandalo? È forse vietato dalla legge? È forse solo diritto di Landini criticare una norma o possono farlo anche i cattolici, pure i più integralisti?
Sia chiaro: non stiamo dicendo qui che la 194 vada abolita. Non è il tema del ragionamento. Tuttavia difenderemo fino alla morte il diritto di tutti, anche di Militia Christi, di esprimere la propria opinione. Per questo ci disgustano i blitz oscurantisti di Udu, Cambiare Rotta e centri sociali vari. Contestare è legittimo, nel rispetto di tutti: ascoltando le idee altrui, ribattendo, magari anche con un flash mob a distanza. Ma la libertà di parola è sacrosanta, anche per i no-aborto: se ogni sabato i Pro-Pal (che non distinguono la Giordania dal Libano) urlano in piazza le loro scemenze su Hamas, figuratevi se non possono incontrarsi in convegno tre dottoresse con curriculum di grido.
Sarebbe allora il caso che le forze politiche di quell’area culturale, e di pari passo gli intellettuali, tipo Christian Raimo o chi per lui, spieghino a questi ragazzi che non sono loro a decidere quali opinioni hanno diritto di esistere e quali no. Domanda: Elly Schlein può spendere una parola di condanna? Antonio Scurati non ha di che lamentarsi per questa censura? E Chiara Valerio? Roberto Saviano? Potrebbero provarci loro a spiegare ai compagni duri e puri che non ci si comporta così. Altrimenti sarà necessario difendere con le camionette della polizia il sacrosanto diritto di Cl di organizzare convegni. Vi pare normale?
Giuseppe De Lorenzo, 28 novembre 2024
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