Sesso e porno sono un inno alla libertà

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In Pornoliberismo non troverete Javier Milei alle prese con i threesome, Walter Block seduto in un qualche cinema porno o Margaret Thatcher in blusa di cuoio nero e con frusta in mano. Ma troverete il sesso, e ne troverete tanto. E del pari troverete la libertà, in quella che è forse una delle sue manifestazioni meno organicamente investigate.

Pornoliberismo è un libro per spiriti liberi: per chiunque cioè voglia approcciarsi al sesso e alle attività legate al sesso, dalla pornografia al BDSM, senza pregiudizi, senza tabù e del pari senza quelle pesanti, noiose, aride sovrastrutture concettuali che contraddistinguono certo progressismo contemporaneo.
Sfatiamo infatti un luogo comune: ormai del sesso si parla, se ne parla tanto, forse troppo.

Ma spesso se ne parla con approccio sbagliato, oscillante dalla pruderie moralistica e censoria alla esaltazione massificante proposta da neo e trans-femministe che dietro la retorica del sex working e dell’attivismo sessuale liquidano il singolo individuo e il suo piacere sostituendo entrambi con categorie massificate. Sempre più spesso sentiamo collegare tra loro attività sessuale, scambismo, prostituzione, pornografia, sadomasochismo con vagheggiati scenari pseudo-politici e con una esasperante burocrazia politicamente corretta, intessuta di codici, divieti, identità di genere, non-binarismi, schwa e complicazioni varie.
Il godimento fatto rifluire a noioso, verboso esercizio “intellettuale”, senza più alcuna traccia della carne e della consistenza individuale di quella ultima verità consistente dell’orgasmo.

E in questo libro, Venanzoni fa quello che sarebbe logico fare, se non ci si vergognasse di ciò che il sesso da sempre rappresenta: snuda uno spazio di libertà e di affermazione dell’individuo, nella sua ricerca di se stesso. Proprio per questo, riflettendo sulla prostituzione, l’autore si interroga, sulla base della storia, della filosofia, del diritto, compresa la giurisprudenza della Corte Costituzionale italiana, sui motivi che hanno portato a criminalizzare tutto ciò che ruota attorno una professione antica come il mondo e che di suo è non è reato. Mentre lo si capisce parlando dello sfruttamento, che consiste in violenza e coercizione, per quale motivo invece il favoreggiamento deve essere punito come reato?

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Nei fatti si tratta di una attività similare al contratto di agenzia e laddove la prostituta svolga le sue prestazioni in maniera davvero volontaria, è un semplice, libero accordo di cooperazione tra parti. Discorso analogo per la pornografia e per il BDSM, di cui l’autore ripercorre la storia, i momenti salienti, i protagonisti vitali, le conquiste e i fallimenti. Anzi; dati e vicende storiche alla mano, Venanzoni dimostra come spesso molte di queste pratiche abbiano coadiuvato e accelerato lo sviluppo tecnico della stessa civiltà, dal potenziamento della velocità di navigazione del Web ai sistemi di pagamento online, passando per VHS, DVD e piattaforme digitali. La stessa OnlyFans, ormai convitato di pietra di qualunque discussione mediatica dal tono moralistico e preoccupato contro la devianza giovanile, è offerta generata da una cospicua domanda e da sempre crescenti richieste.

Nonostante un processo di rimozione culturale collettiva che da sempre relega il sesso, la mercificazione del corpo, certe pratiche libertine, nello scantinato fumoso della storia umana, il sesso è una elementare e fisiologica risposta alla necessità di libertà degli individui. E Venanzoni ce lo ricorda nella maniera più diretta e esplicita possibile.

Liberilibri, 21 luglio 2024

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