Stringiamo la visuale: con il ban in atto l’Europa non potrebbe più essere in grado di pagare il gas Russo e la Russia non sarebbe in grado di incassare; ma potrebbe sempre venderlo alla Cina o usare il barter (baratto) con altre nazioni. E se per la Russia e la sua economia il danno sarebbe potenzialmente enorme essendo nazione fortemente esportatrice, non sarebbe tuttavia un problema di “sopravvivenza” nazionale poiché abbonda di gas e di petrolio, minerali, materie prime, granaglie e quant’altro. Ma di tale sopravvivenza potrebbe trattarsi per altre nazioni completamente prive – per esempio – di risorse naturali energetiche.
I vantaggi per la Cina
L’Europa può tuttavia approvvigionarsi di gas o di gas di petrolio liquefatto (LNG) da altre nazioni ma in che tempi (LNG si trasporta per nave) a che prezzi e soprattutto per quanto a lungo considerando che un po’ meno del 50% del fabbisogno europeo è assicurato da Russia ed est e mettendo in conto che il problema coinvolgerebbe molte economie mondiali. Che dire poi dei regolamenti in valuta rublo delle banche di corrispondenza? E del funzionamento dello stesso mercato delle valute? L’operatività dei “liquidity providers” che fornisco valuta potrà esserne in qualche maniera coinvolto? Abbiamo appena accennato a quanto potrebbe accadere al sistema bancario internazionale esposto verso la Russia ed impossibilitato a ricevere i flussi in conto interessi e capitale anche se è pur vero che una parte di questi potrebbero essere compensati da conti attivi.
Per concludere: una soluzione che ci auguriamo rimanga nell’ambito delle ipotesi più che della pratica e che salderebbe ulteriormente la cooperazione Russia-Cina in maniera sempre più strutturale. E sommessamente, il gigante orientale sarebbe difficilmente contendibile territorialmente, militarmente e economicamente. Oltre ad essere quello che la parte saggia della geopolitica americana ha sempre cercato di evitare il pericolo al tempo evidenziato da Brezinsky: affrontare frontalmente Russia e Cina. Nelle ultime ore si è appresa infatti (da DJ) la posizione del presidente Biden piuttosto riluttante a implementare la sanzione a conferma della bassa praticabilità, di una certa resistenza tedesca sulla misura.
Fabrizio Jorio Fili, 27 febbraio 2022