Oltre cento miliardi di euro in poco più di quattro anni. In pratica, quasi la dotazione finanziaria di una Legge di Bilancio. Tanto sono costate ai contribuenti italiani dal 2019 ad oggi le spericolate politiche promosse dal Movimento Cinque Stelle. Tutto ruota attorno a due provvedimenti: reddito di cittadinanza e Superbonus. Il primo avrebbe dovuto abolire per sempre la povertà nel nostro Paese. Il secondo, invece, doveva servire a rimodernarlo, migliorando l’efficienza energetica di costruzioni e infrastrutture. Propositi senza dubbio molto ambiziosi, che tuttavia sono rimasti tali solo nelle intenzioni dei pentastellati.
In realtà, infatti, le cose non sono andate esattamente come ci si sarebbe aspettato alla vigilia della loro introduzione. Anzi, tutt’altro. Perché gli effetti negativi sulla nostra economia associati alle due misure sono stati di gran lunga superiori rispetto ai benefici. Entrambe hanno infatti avuto sul sistema paese degli impatti distorsivi non indifferenti. Il reddito di cittadinanza, più che favorire l’ingresso o il reinserimento nel mercato nel lavoro degli inoccupati si è rivelato essere, nella stragrande maggioranza dei casi, una vera e propria alternativa sleale al lavoro. Un provvedimento meramente assistenziale, pensato male e applicato peggio, che ha dispiegato effetti disincentivanti senza precedenti nel mercato del lavoro.
Il Superbonus, d’altra parte, è risultato una misura economicamente distorsiva e inflazionistica, che ha peraltro comportato modestissimi benefici sul piano della riduzione delle emissioni di CO2. Inoltre, ambedue i provvedimenti hanno dato vita in questi anni a tutta una serie di truffe, abusi ed illeciti che hanno contribuito a delegittimare il paese sul piano politico e ad appesantirne i conti sul piano finanziario.
I costi, appunto. Più di cento miliardi dicevamo. A maggio 2023 il costo del solo Superbonus per le casse dello Stato ha raggiunto la cifra monstre di 86 miliardi di euro, 23 dei quali soltanto nell’anno 2023, secondo quanto emerge dai dati dell’Enea. In quanto al sussidio grillino, stando ai dati Inps, dall’aprile 2019, prima mensilità erogata, al giugno 2023, sono stati spesi oltre 31,5 miliardi di euro. A questi vanno poi sommati i costi relativi la selezione, la formazione e la gestione amministrativa dei navigator, pari a 150 milioni di euro fino al 2020, più ulteriori 76 per l’anno 2021. Il conto totale arriva così a sfiorare i 118 miliardi euro di soldi pubblici. Il tutto, per finanziare due provvedimenti contrabbandati dalla propaganda grillina come salvifici, ma rivelatisi nei fatti dei flop colossali.
Salvatore Di Bartolo, 5 settembre 2023