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Quanto imbarazzo per Soumahoro: i compagni verdi lo mollano

Alleanza Verdi e Sinistra chiedono un incontro a Aboubakar Soumahoro dopo il terremoto mediatico

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Un po’ di imbarazzo c’è, inutile nasconderlo. Per Alleanza Verdi e Sinistra il terremoto che ha investito Aboubakar Soumahoro è quella scossa tellurica che non ti aspetti: eri convinto di aver trovato il Mimmo Lucano 2.0, immacolato paladino dell’accoglienza, il sindacalista che si è speso per gli ultimi, e poi ti ritrovi in questo caos “da chiarire” in cui le cooperative riconducibili alla di lui famiglia avrebbero qualche ombra. Sia sulla gestione dei migranti (“qui non ci avrei messo manco i cani”, disse l’ex senatrice Elena Fattori visitando una delle strutture) sia sul rapporto con i lavoratori.

Tutto da provare, ovviamente. In merito alle strane vicende che investono la Karibu e il Consorzio Aid, dove avevano o hanno avuto un ruolo la compagna Liliane Murekatete e la suocera Marie Terese Mukamitsindo , il neo deputato con gli scarponi non c’entra nulla direttamente. La procura di Latina indaga, ma non su di lui. Si parla di pagamenti mancanti ai lavoratori, irregolarità in contratti e fatture, ma anche rivolte dei profughi per il cibo e le condizioni nei centri di accoglienza. Siamo garantisti, e lo saremo pure in questo caso. Dunque per noi sia Liliane che Marie Terese sono innocenti fino a prova contraria. Figuriamoci Aboubakar Soumahoro, che ha la sola colpa di essere “il marito di” o “il cognato di”.

Il problema è che oggi Soumahoro è persona esposta. E da tempo predica sulle condizioni disperate dei braccianti agricoli sfruttati dagli italiani. Se non si può imputare lui alcun reato, certo politicamente non fa una bella figura chi si erige a protettore degli ultimi se poi non si accorge che in famiglia sarebbero avvenute (il condizionale è d’obbligo) le stesse magagne che ogni giorno denuncia in piazza. Fai fatica a metterti gli scarponi davanti al Parlamento, parlando di “sofferenze” di “quelli che non ce l’hanno fatta” e di “dignità” dei lavoratori, se in due cooperative così vicine a te c’è chi denuncia lo stesso trattamento. No?

Non è un caso dunque se dal partito sia arrivata una solidarietà un tantino di fredda. Alleanza Verdi e Sinistra non si è schierata senza se e senza ma al fianco di Soumahoro. Ma ha chiesto un incontro per “avere da lui elementi di valutazione che contribuiscano a fare chiarezza”. Certo ci sono “piena fiducia nella magistratura” e “personale vicinanza”, ma meno trasporto di quanto ci si sarebbe aspettati. Al Corriere, Angelo Bonelli, uno dei suoi sponsor, fa trapelare di aver commesso “una leggerezza”. Di quelle che si pagano. Forse solo i giornali sono ancorati al mito di questo eroe della sinistra movimentista, che tanto piace ai giornali che piacciono e che sembrava essere il nuovo totem da portare sulla sedia del Re. Per il resto, il partito, da Fratoianni a Bonelli, sa che “la natura dei fatti contestati assume anche un rilievo politico che riguarda tutti coloro che, come noi e Soumahoro, rivestono un ruolo pubblico”. Dunque si chiede un incontro pubblico. Lui, intanto, piange in diretta social e immagina una nuova casa politica che sostituisca questa “sinistra senza identità”.