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Quanto vale l’asse Renzi-Calenda (e chi ci rimette)

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All’indomani dello strappo che ha portato alla rottura dell’accordo elettorale tra Pd e Azione, torna prepotentemente di moda l’ipotesi di un’alleanza tra Carlo Calenda e Matteo Renzi per la costruzione di un terzo polo in grado di fungere da ago della bilancia tra centrodestra e centrosinistra.

L’idea di un polo di Centro moderato, europeista ed atlantista non è in realtà del tutto nuova. Già immediatamente dopo la nascita del Governo Draghi si erano, infatti, iniziate a rincorrere delle voci riguardanti la possibile formazione di una federazione centrista in grado di raccogliere consensi tra l’elettorato moderato. Una federazione politica che, secondo i rumors dell’epoca, avrebbe dovuto accogliere al suo interno Matteo Renzi, Carlo Calenda e la componente ‘draghiana’ di Forza Italia.

L’ipotesi della nascita di un terzo polo sembrava essere definitivamente sfumata dopo la stipula del patto elettorale tra Enrico Letta e Carlo Calenda, che di fatto consegnava il potenziale azionista di maggioranza dei centristi (Calenda) al centrosinistra. Purtuttavia, con il venir meno dell’accordo tra Pd e Azione, è tornata di strettissima attualità l’ipotesi di un listone di Centro frutto di un’alleanza tra lo stesso Calenda, Matteo Renzi, Clemente Mastella e diversi movimenti civici e regionali.

Ma quanto varrebbe elettoralmente la nuova formazione centrista? Con il campo progressista sempre più sbilanciato a sinistra e una parte non indifferente dell’elettorato di Forza Italia che guarda con crescente curiosità verso il centro, non sarebbe utopico pensare di poter sfiorare percentuali a due cifre. Numeri peraltro confermati dagli ultimi sondaggi, che quotano un polo di Centro con Renzi e Calenda insieme dal 7 al 10%.

Chi pagherebbe a caro prezzo lo scotto del nascente terzo polo sarebbe soprattutto il centrosinistra, che così facendo rischierebbe di perdere tra i 15 e i 20 seggi. Il contraccolpo più duro per i progressisti arriverebbe soprattutto dai collegi uninominali, in cui, dopo il ripensamento di Calenda, il centrodestra rischia seriamente di fare en plein ed impartire un’epocale lezione al centrosinistra.

Uno scenario che si prospetta alquanto cupo per Enrico Letta e i suoi alleati, che, dopo essere stati mollati malamente durante la luna di miele, adesso vedono il loro promesso sposo (Calenda) fuggire (insieme ad una parte di elettorato) tra le braccia del nemico giurato Renzi.

Salvatore Di Bartolo, 9 agosto 2022