Il Presidente Sergio Mattarella è una persona perbene, noi italiani, nella stragrande maggioranza abbiamo fiducia in lui. Sappiamo che il Presidente è un politico accorto, sa che le posizioni dei quattro attori (in ordine alfabetico: Silvio Berlusconi, Luigi Di Maio, Matteo Renzi, Matteo Salvini), così come quelle del quinto, il Convitato di pietra, l’establishment, sono ormai cristallizzate. Girarci intorno è solo una perdita di tempo. C’è una sola soluzione gradita all’establishment: quella mascherata da governo di salute pubblica, “tutti dentro” salvo Salvini, chiamiamolo “Gabinetto di guerra”, o più elegantemente “War Gabinet”, con a capo un Podestà forestiero. Il Presidente ha escluso, giustamente, le elezioni. Oltretutto, c’è un fatto nuovo: lo spettro della guerra.
Lo confesso, a me il divertissement politico piace alla follia, come si diceva un tempo: è sexy. Se avessi le capacità tecniche di parlare come Mattarella chiamerei, singolarmente, i quattro al telefono, spacciandomi per lui, e, a muso duro, direi loro:
1) Caro Berlusconi, immagino che lo sappia anche lei. Lei è fuori gioco, i suoi parlamentari contano solo se, come singoli, l’abbandonano, o per andare con Salvini o per andare con Renzi. Se restano con lei sono congelati, sono irrilevanti. Se ne faccia una ragione. Si è visto ieri che lei è politicamente bollito, la sua mimica, il suo discorsetto al Quirinale (senza neppure rendersi conto della sacralità del luogo: incredibile caduta di stile, non da lei) di fronte alla stampa si ispirava più a Gianluigi Buffon che a Niccolò Machiavelli.
2) Caro Renzi, immagino lo sappia anche lei. Lei è fuori gioco, i suoi parlamentari contano solo se, sotto la sua guida, diventano portatori di voti al nuovo Governo, senza chiedere nulla in cambio, se non, ovviamente, che non si sciolgano le camere. Se riesce a saccheggiare parlamentari di Fi lo faccia pure, ma temo, per lei, che molti si siano già accasati segretamente con Salvini.
3) Caro Di Maio, immagino lo sappia anche lei. Lei ha perso, non sarà Premier ma, agli occhi dei gonzi, lei apparirà come il vincitore. Nel governo cinquestelle che io insedierò, molti dei ministri saranno quelli che lei, in tempi non sospetti, ha avuto la cortesia di anticiparmi, ma non conteranno nulla. Dietro a ognuno di loro ci sarà un “tecnico” di fiducia che quelli dell’establishment italo-europeo hanno imposto. Comunque, stia tranquillo una qualche forma di reddito di cittadinanza l’otterrà. Non per compiacerla, ma perché, come mi hanno ben spiegato quelli dell’establishment, loro sono (molto) favorevoli a tale reddito. Si rendono conto che per continuare ad avere nella forza lavoro bassi salari, alti tassi di disoccupazione, alta mobilità, alta precarietà, nessuna forma di ascensore sociale, il minimo sindacale di diritti sociali, il reddito di cittadinanza (pagato dallo Stato, così si impoverisce pure lui e svende le sue ultime proprietà) è una mossa per loro strategica, a costo zero. Gli appunti dei miei predecessori trovati nei cassetti sostengono che questa politica economica sia una genialata. A me “spuzza”, come dice Papa Bergoglio, ma non mi compete, tocca al Parlamento muoversi.
4) Caro Salvini, immagino lo sappia anche lei. Lei ha vinto, sia nelle urne, sia agli occhi degli italiani più accorti con il suo comportamento responsabile durante la crisi. Ha schivato tutte le trappole che l’establishment le ha messo, per questo la odiano svisceratamente. Ora tenteranno di costringerla a un gabinetto di guerra, anche se con poche speranze. Sanno che i suoi elettori e lei credono sì all’uso del gas ma non al colpevole certo: sarà Bashar Assad o saranno i ribelli siriani? (Ricordiamo tutti com’è finita una fake news simile del 2013).
So che ora lei attende sereno, o un governo del Presidente o nuove elezioni. Se in Europa proseguono questi continui cambi di vento, temo che il prossimo anno, dopo le elezioni europee, dovrò darle l’incarico, senza poter esercitare neppure uno straccio di moral suasion. Mi creda lei non mi piace proprio, è troppo normale, troppo simile al cittadino comune, pensa in modo troppo semplice, con individui di tal fatta è sgradevole averci a che fare, sono miserabili apòti.
Questa è un’analisi gioiosa, disincantata della situazione politica, nulla più di un divertissement di un vecchio apòta, malgrado tutto ottusamente rispettoso delle autorità al potere ma non disponibile a credere alle fake news istituzionali, che ci propinano in modo industriale.
Riccardo Ruggeri, 14 aprile 2018