Fin dal principio del suo cursus romano ha fatto precipitare la gestione della giustizia a colpi di “rescripta” per modificare processi in corso, turbando profondamente i cardinali che ancora attendono dopo sette anni una riforma della Curia. Ma, come spesso accade, saranno i piccoli gesti ad essere ricordati: lo schiaffo alla fedele cinese durante l’udienza generale e quello che Francesco ha disposto per il Capitolo di San Pietro.
Ultraottantenni senza assistenza
Da secoli era composto da una ventina di ecclesiastici che vantavano un onorato servizio per la Chiesa. Curavano tre volte al giorno la recita corale del breviario e illustravano con la loro sapienza la vita liturgica della Basilica. Ricevevano un “benefico” di 2.200 euro al mese e ne sono rimasti solo 7; tutti gli ottantenni sono stati dichiarati “canonici emeriti” e, con la scusa di essere ormai esentati dal prestare servizio, anche privati del sussidio. Così, proprio di fronte a Casa Santa Marta, 21 ultraottantenni si ritrovano senza alcuna forma di assistenza. Una svista con la sola finalità, stando ai corvi che si aggirano su San Pietro, di sequestrarne il tesoro millenario.
E sono ormai tanti in Vaticano che vedono aleggiare, a parti invertite, lo spettro dell’imperatore svevo Federico II che fu, sì, “stupor mundi” per la sua coerente lungimiranza, ma anche un sovrano tra i più determinati. Evidentemente nel governo della Chiesa fa premio per Bergoglio un altro insegnamento che viene da Gesù: “Necesse est enim ut veniant scandala”, il cui significato si riassume: “è infatti necessario che avvengano scandali”. Ma la giustizia divina è la sola e vera giustizia, e noi credenti comunque non dimentichiamo mai di pregare per Bergoglio che troverà certamente il modo, con il governo indiano, di riportare la serenità alle suorine di Madre Teresa.
Luigi Bisignani, Il Tempo 2 gennaio 2021