Qual è il vero problema del trans Petrillo ai Giochi Paralimpici

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Valentina Petrillo

Con Valentina Petrillo, prima atleta transgender ai Giochi Paralimpici, si ripropone il tema. Di come, la presunta “inclusione” di qualcuno diventi esclusione e discriminazione di tanti altri, altre anzi.

Contro la partecipazione di Petrillo ai Giochi Paralimpici stanno protestando 40 associazioni femministe, così come l’«Alliance Against the Erasure of Women», scesa in difesa dell’atleta spagnola Melani Berges, esclusa dai giochi perché battuta sui 200 metri proprio da Petrillo ai Mondiali dello scorso anno. Ora, onestamente mi è davvero difficile comprendere che gusto ci sia e quale soddisfazione possa provare Petrillo nel gareggiare contro delle atlete ben sapendo di avere un vantaggio fisico maschile e quindi di competere ad armi impari.

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Come già emerso nel caso Khelif, il punto non è il livello di testosterone attuale, ma l’impatto su massa muscolare e altro dato proprio da uno sviluppo di tipo maschile.

Ma il problema non è Petrillo che a torto o ragione fa la sua strada e gioca le sue carte. Il problema sono le regole assurde che i Comitati Olimipici e Paralimpici portano avanti calpestando i principi base dello sport, come fair-play ed equità. Ancora per quanto?

Francesca Ronchin, 29 agosto 2024

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