Chissà se Joe Biden e Luigi Di Maio sono andati alla stessa scuola di diplomazia. Entrambi va detto sono principi delle gaffe. Ma chi pensava che l’errore di definire Vladimir Putin “peggio di un animale” fosse prerogativa di Giggino, il ministro degli Esteri che ieri stava coi Gilet Gialli, l’altro ieri accoglieva gli aiuti russi in Italia e oggi si mostra più atlantista degli atlantisti, beh: si sbagliava. Sleepy Joe, che in teoria guida una super potenza, è riuscito a fare di peggio.
Il discorso di Biden
Durante la sua visita a Varsavia, il presidente americano ha tenuto un atteso discorso a pochi chilometri dal confine ucraino. Un intervento duro, forse troppo, che rischia di peggiorare l’escalation di un conflitto in cui per ora l’Occidente fornisce solo armi a Kiev ma che potrebbe allargarsi a qualcosa di peggio. Non per niente sia Mosca che Washington hanno già alzato il livello di allerta delle loro testate nucleari. Di fronte ad alcuni profughi ucraini, intorno alle 15.30 di ieri, Biden ha definito Putin un “macellaio”. Un insulto insolito, che fa seguito al “criminale di guerra” di qualche giorno fa, ma che non tiene conto del fatto che l’offeso ha in mano il bottone rosso dell’atomica e che la durezza delle parole, dice Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, “restringe ulteriormente la finestra di opportunità per migliorare le relazioni tra la Federazione Russa e gli Stati Uniti”.
La Casa bianca smentisce
In pratica, un disastro diplomatico di Biden. Peggiorato qualche ora dopo quando, concludendo a braccio il suo discorso sulla libertà al Castello Reale in Polonia, ha aggiunto che a suo modo di vedere “Putin non può restare al potere“. Un appello ai russi affinché cambino Presidente? Un invito agli oppositori interni del Cremlino? Un segnale agli 007 di Mosca che, secondo le intelligence occidentali, sarebbero pronte a destituire lo Zar? Più probabilmente, solo l’ennesima gaffe di Sleepy Joe. Il quale infatti poco dopo è stato ammonito da Peskov (“Non spetta a lui decidere, ma al popolo russo”) e subito smentito dalla Casa Bianca, secondo cui Biden non intendeva parlare di un “cambio di regime” (ah, no?) ma voleva dire che “Putin non può esercitare potere sui suoi vicini o sulla regione”: “Biden – ha spiegato un funzionario – non ha messo in discussione il potere di Putin in Russia né ha chiesto un cambio di regime”. Una supercazzola, scusate il termine, utile a correggere il tiro. Non certo a nascondere l’evidente gaffe.