Bella storia, questa dei brigatisti a gettone, degna dei peggiori cliché, roba da Nuovi mostri ma tant’è e prendersela con chi, dall’estero, puntualmente ironizza serve a poco: anche questo è made in Italy. Ora, che il reddito di cittadinanza si sarebbe dimostrato una truffa, nessuna sorpresa; che avrebbero finito per arraffarlo i peggiori, nemmeno; e nella normalità dello sconcio alla vaccinara, mettiamoci anche gli ex – ma davvero sono ex? – brigatisti che ne beneficiano. Ne sgorga, sturata dalla Verità, una piccola storia di ordinario squallore, sulla quale è lecito riflettere.
Finora di quelli che tirano avanti col sussidio di stato, avendo portato “l’attacco al cuore dello stato”, ne sono spuntati tre: Raimondo Etro, coinvolto nella strage di via Fani e nel delitto Moro, nonché in altre sanguinarie prodezze, prende il massimo, 780 euro; Massimiliano Gaeta, della stagione delle “nuove” BR, piglia 500 euro; infine Federica Saraceni, anche lei della nouvelle vague terrorista, coinvolta nell’omicidio di Massimo D’Antona, raccatta qualcosa di meno ma è quella che se la passa meglio: vive in un appartamento residenziale con la figlia adulta, il padre è un giudice eminente, fondatore della corrente rossa di Magistratura Democratica. Federica fruisce del reddito di cittadinanza malgrado la permanenza agli arresti domiciliari, che escluderebbe la concessione: ma, a questo punto, anche il lettore più sprovveduto avrà capito il gioco.
Ora, risultano sanzioni previste per chi non si dimostri meritevole del sussidio pubblico. Ebbene, tacendo di Federica Saraceni, il cui profilo risulta in sonno da anni, in un profluvio di bandiere indipendentiste e con pochissimi amici, tra cui Francesco Zampaglione, fratello del musicista Federico, recentemente arrestato per rapina, ben altra effervescenza offre lo stagionato Etro, sempre pronto a cercare qualche bersaglio, come quando si scaglia contro Giorgia Meloni con epiteti da trivio (in questo caso, per Facebook e Twitter tutto benone).
Adesso, solo adesso che la cosa è suppurata, annunciano verifiche, riscontri, controlli: per cosa? Per quello che lo stato sapeva benissimo ma taceva e cioè che sta premiando chi gli ha fatto la guerra? Davvero qualcuno pensa che la diaria per meriti acquisiti verrà tolta a questi figuri? E dopo chi li sente gli strepiti, le lagne, le accuse di fascismo, i revisionismi pelosi? Non hanno tenuto al caldo pure Cesare Battisti, per decenni, fino a che hanno comandato loro? Avete forse sentito i due partiti al governo, con relativi lacchè dell’opinionismo, fare una piega o dissociarsi in qualche modo?
E sono partiti patologicamente moralisti, uno, erede di Gramsci, si sente geneticamente dalla parte dei buoni a costo di accopparli, l’altro, erede di Grillo, pretendeva di far piazza pulita di ladri e corrotti al grido “vaffanculo”, fino a che non è entrato nel gioco. La solita sinistra empatica: compagni che sbagliano, album di famiglia, nessuno tocchi Caino barbudo. Il risultato è che se righi dritto, se osservi le regole, paghi i tuoi debiti, ottemperi ad una tassazione demenziale, mantieni criminali e fannulloni d’importazione, non ti spetta niente; se sei un farabutto, un assassino, un reduce di piombo, se insulti nel modo più laido una politica di destra (ma non azzardarti su una qualunque in profumo di comunismo), è un titolo di merito e ti viene riconosciuta la pensione.