Politica

Quella frase “politicamente razzista” di Bersani su Meloni

Pierluigi Bersani

Pier Luigi Bersani, l’uomo che temeva le foto del Duce, ieri ne ha detta una delle sue. No, non ha tirato fuori bambole da pettinare o giaguari da smacchiare. È solo tornato sul tormentone estivo della sinistra italiana, ovvero il pericolo che Giorgia Meloni – una volta al governo – instauri una nuova dittatura, traslochi sul balcone di Piazza Venezia e magari decida di ricostituire i giovani Balilla.

E lo ha fatto, facciamo un’estrema sintesi, decidendo d’imperio che 7,3 milioni di italiani sono di fatto “fuori” dall’arco costituzionale. Cioè non hanno legittimità politica. Ovviamente Bersani, filosofo e politico non di primo pelo, non l’ha detto negli stessi termini in cui noi l’abbiamo riassunto. Però il succo è quello. O almeno è ciò che l’ascoltatore ha inteso. Secondo Pier Luigi “noi siamo un Paese che ha fatto la Resistenza con le armi e con la politica” e “in nome di questo si è data una Costituzione che piace agli italiani e che è dichiaratamente antifascista“. Dunque, mentre la sinistra è legittimata nel Sistema democratico per diritto ereditario, “la destra di governo è fuori da questa storia”. Tradotto: non essendo “antifascista” per ius sanguinis, FdI e Lega (ma forse pure Fi) sono “fuori” dal gioco democratico. O almeno dovrebbero esserlo, a meno che ovviamente non decidano di fare l’ennesimo congresso riformatore. Dopo la svolta di Fiuggi, la sinistra vuole un’altra abiura.

Il punto è che tanto non basterà mai. Meloni potrebbe pure presiedere il Consiglio dei Ministri con la maglietta di Che Guevara o sventolare la bandiera dell’Anpi dal balcone di casa: sarà sempre “geneticamente” al di fuori di questa Repubblica “nata dalla Resistenza”. Bersani è stato chiaro, benché la sua analisi “politicamente razzista” (ci sia permessa questa iperbole) sia stata ben velata dietro quei modi di fare da gran signore.

Bersani ci conceda infine due osservazioni. Primo: se la Costituzione “piace agli italiani” come dice lui, non si capisce per quale motivo una maggioranza schiacciante di loro abbia votato a destra. Secondo: sarebbe arrivato il momento di superare questa distinzione “genetica” tra chi è legittimato, e chi no, a guidare questa malmessa Repubblica. In fin dei conti neppure la classe dirigente del Pd ha partecipato alla lotta partigiana. Il fascismo è roba morta, passata, non tornerà così come non potremo mai più riavere i Savoia sul trono o i Borbone a Napoli. Facciamocene una ragione. E voltiamo pagina.

Giuseppe De Lorenzo, 19 ottobre 2022