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Quella lite tra Casaleggio e Grillo: tutti i segreti dei 5 stelle

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Poltrone, incontri segreti e veleni: a leggere Polvere di stelle. Storia segreta del Movimento da Beppe Grillo alla scissione di Emanuele Buzzi, uscito di recente in libreria per Solferino, si vedono in successione, mirabilmente descritte da un giornalista che i fatti li conosce bene, tutte le ambiguità e le debolezze che hanno segnato l’ascesa e il declino del “grillismo” duro e puro in Italia. Per chi, come me, ha partecipato alla “fase leninista” del MoVimento (per riprendere una felice espressione dell’autore) è stato un tuffo nel passato. Non rinnego niente di quegli anni belli ed emozionanti, dallo sbarco a nuoto di Grillo in Sicilia allo Tsunami Tour, la campagna elettorale del 2013; ritornava la voglia di fare politica dal basso, di creare una nuova comunità di cittadini, superando l’intermediazione dei partiti tradizionali. A quel MoVimento “rivoluzionario” il libro, per la verità, presta poca attenzione. In effetti quella forte fiamma si è spenta presto.

D’altronde Buzzi non mira alla ricostruzione delle idee del MoVimento, per questo non sorprende, ad esempio, l’assenza di un discorso sulle radici ideologiche dei pentastellati che affondano nel Movimento di Comunità di Adriano Olivetti, e la connessa critica ai partiti e alla democrazia rappresentativa. Anche l’”intelligenza collettiva” della Rete era un momento di crescita fondamentale (anzi il momento fondamentale) ed era stato difficile farlo capire a Beppe Grillo che i computer li rompeva nei suoi “spettacolini”.

Grillo vs Casaleggio

Ma il libro è di notevole interesse sotto un altro profilo, quello della cronaca del buon giornalismo (una cosa rara ai nostri giorni). Dalla sua lettura, agile e pungente, si scoprono molti fatti inediti. Non tutti per la verità, ma molti.

Come la litigata tra Grillo e Gianroberto Casaleggio al cospetto del direttorio, una lite per stabilire la gerarchia dei poteri e di cui do una spiegazione un po’ diversa. Forse Casaleggio sentiva la morte imminente (morirà il mese dopo) e aveva paura che Grillo gli sfilasse il MoVimento, da qui la volontà di ribadire che lui era pari a Grillo. Ma Grillo e gli altri del direttorio (ad eccezione di Di Maio) non ci sta. Da qui la rottura. Una rottura definitiva, dal momento che i due dopo quel giorno non si sono più parlati. Da qui nasce il piano B, “Rousseau”, fondato in punto di morte da Gianroberto col figlio Davide. Da una parte “Rousseau” con Davide e dall’altra Luigi di Maio con i parlamentari. Da questa intesa nasce il secondo Movimento. Casaleggio padre riesce così ad evitare che il Movimento finisca nelle mani di Grillo, consegnando il Movimento a suo figlio, per il tramite di Rousseau, e a Di Maio.

Trame di Palazzo

Da allora però è tutta una trama di intrighi. Le lotte di potere tra correnti (dimaiani, movimentisti, contiani, ecc,) e tra persone per ottenere posti di prestigio diventano il leitmotiv che accompagna tutta la storia stellata: si vede Fico – da sempre in contrasto con Di Maio – incontrare segretamente Di Maio e i suoi pur di farsi eleggere alla Camera, i vertici M5S pronti a scaricare Raggi o a nominarla ministro pur di difendere integrità e ambizioni del Movimento, Bonafede prossimo a perdere il ruolo da Guardasigilli in caso di cambio di governo infuriarsi per l’appoggio a Draghi e abbandonare una riunione riservatissima, il dossier che rivelerebbe un presunto finanziamento di Hugo Châvez ai Cinque Stelle, utilizzato per gettare fango su Gianroberto Casaleggio e dare il colpo di grazia a “Rousseau”. Tutti particolari che ci fanno capire come ormai il Movimento della Rete, dello streaming, della trasparenza, dell’onestà decantata sia soltanto un lontano ricordo.

L’apertura al Pd

Certo il governo giallo-verde, dopo le elezioni del 2018, aveva dato una nuova speranza, l’illusione di qualcosa di nuovo, ma ha vita non facile, dura poco e nonostante Salvini, dopo aver tentato l’assalto, abbia cercato di ricucire il destino di quella originale esperienza politica è segnato. A questo riguardo la ricostruzione di Buzzi è peraltro lacunosa, molte cose (tra cui la vicenda del figlio di Grillo), forse per paura di querele, vengono taciute, ma prima o poi verrà a galla tutto quello che è veramente successo in quel mese di agosto del 2019. Di fatto Grillo apre al Pd e nasce il governo giallorosso. Ma non sarebbe mai nato senza un aiuto inaspettato venuto dall’alto. Cadendo il governo gialloverde in realtà il destino di Di Maio pare già segnato e inizia la scalata di Conte al Movimento.

Il partito personale di Conte

Ma c’è un’ultima sorpresa, questa sì ricostruita con dovizia di particolari. Grillo che già era stato determinante nella scelta di partecipare al governo Draghi, pare non accettare la nuova organizzazione del partito preparata da Conte. Siamo ad un passo dalla rottura, quando un sondaggio riservatissimo fa capire che se Grillo si separa da Conte va male ad entrambi. E allora alla fine, dopo aver subìto la scissione di Di Maio (inutile dal momento che siamo precipitati in elezioni anticipate) nasce con la benedizione dell’Elevato il nuovo partito “personale” di Conte che gioca bene le sue carte, e alle elezioni imminenti, grazie al reddito di cittadinanza realizzato peraltro da Di Maio, prenderà al Sud un sacco di voti, mentre Di Maio per bene che gli possa andare finirà nel tanto odiato “partito di Bibbiano”.

Il MoVimento non c’è più

Non chiamatelo però, per favore, più MoVimento. E non parlate neppure, per favore, di “evoluzione”. Con Di Maio fuori, Di Battista che dopo il sostegno del Movimento a Draghi lo ha lasciato, senza più Davide Casaleggio, resta della vecchia guardia solo un Grillo, consulente ben pagato dal partito di Conte, destinato a finire lentamente nell’ombra. Ormai chi conta è Conte e la sua squadra di fedelissimi. Per fare cosa? Un nuovo partito della sinistra progressista e ecologista, che punta sulla giustizia sociale e se la giocherà col Pd per la supremazia in quel campo. Sotto questo profilo ci sono nel programma elettorale anche cose interessanti come, ad esempio, i crediti fiscali cedibili.

Del “sogno di una cosa” però non è rimasto che la “polvere di stelle”. Il titolo del libro non poteva essere più azzeccato.

Paolo Becchi, 24 settembre 2022