Una lettrice mi ha ricordato un Cameo del 25 marzo 2020 scritto in piena pandemia Fase 1, invitandomi a ripubblicarlo. Era l’epoca mitica ove il premier Conte sguazzava nei pieni poteri ed esaltava il “modello italiano anti Covid”, alcuni volevano bloccare il rientro dei cinesi nostrani da Wuhan, altri proponevano una risposta antirazzista: “Involtini primavera per tutti!”
Un vecchio signore fuori dai giochi, convinto della totale inettitudine al buon governo dei giallo-rossi, invocava in solitaria Mario Draghi Premier. E invece? Abbiamo perso un anno, bruciato un centinaio di miliardi in fregnacce, creato un’atmosfera sociale plumbea, fatto perdere due anni di scuola ai nostri figli e nipoti, distrutto oltre un milione di posti di lavoro. Una vergogna.
Altro che Conte, ci vuole Mario Draghi (25 marzo 2020)
Cari lettori, moltissimi di voi mi hanno scritto, alcuni addirittura telefonato, a commento del Cameo in cui mi auguravo un governo di salute pubblica presieduto da Mario Draghi, supportato dal centrodestra e dal centrosinistra (i 5S faranno le loro scelte). Sia chiaro non penso certo a una replica del governo di Mario Monti. Quel governo era figlio di una strategia di palazzo studiata a tavolino e ben pianificata, concepito in altre stanze, italiane ed europee, con come garante, un Presidente della Repubblica di profilo opposto all’attuale.
Niente di tutto questo nel caso Mario Draghi. Un suo governo dovrebbe nascere, alla luce del sole, in Parlamento, per volere della maggioranza silenziosa del Paese. Oltretutto, sappiamo tutti che le élite del paese, lo scorso agosto, avevano deciso, e dichiarato, che non si sarebbe votato se non dopo il febbraio 2022, per paura di una vittoria a loro non gradita alle elezioni anticipate (sic!). Quindi i conti tornano. Un paio d’anni di premiership, poi Draghi può andare al Colle. Dopo si andrà a nuove elezioni, allora saremo tutti “vaccinati”, ma consapevoli delle drammatiche debolezze di Conte 1 e Conte 2 e di tutti i partiti che li hanno sostenuti.
La strategia italiana sul “virus”, piaccia o non piaccia, è definita, il processo operativo pianificato (pregi e difetti delle leadership centrali e locali hanno, per una volta, dato origine a un equilibrio accettabile). Come ovvio parlo per me, sono un cittadino qualsiasi che ha il privilegio di essere pubblicato e letto. Non sono un intellettuale, non sono un “competente” (se non di business e di management), le mie proposte non hanno alcuna valenza politica: ma io liberamente le faccio, senza attendermi alcun ritorno.