Appunti sudamericani

Quella sinistra che solidarizza col compagno golpista

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La solidarietà della sinistra latinoamericana con il compagno golpista Pedro 

Ieri, quando era già stato arrestato, il ministro degli Esteri di AMLO Marcelo Ebrard ha proposto l’asilo a Castillo. “Se lo chiede, lo concederemo”, ha detto alla principale radio messicana, lasciando intendere un accordo previo con il golpista visto che Castillo ieri ha tentato di entrare proprio nell’ambasciata del Messico. AMLO ha criticato su Twitter “gli interessi delle élite economiche e politiche che (a suo dire) dall’inizio della presidenza di Pedro Castillo, hanno mantenuto un clima di ostilità nei suoi confronti che lo ha portato a prendere decisioni che sono servite ai suoi avversari per defenestrarlo con la scusa sui generis di ‘incapacità morale’”.

Il presidente eletto del Brasile Lula si è detto dispiaciuto della deposizione di Castillo. “Deploro sempre che un presidente democraticamente eletto abbia incontrato questo destino”, ha detto in una nota il leader del Partito dei lavoratori (Pt) mentre il suo braccio destro, Aloizio Mercadante è stato più chiaro. “È inaccettabile rompere l’istituzionalità, la democrazia, lo stato di diritto democratico, è inaccettabile la rimozione del presidente del Perù, Pedro Castillo”, ricordando poi che “l’impeachment di Dilma Rousseff fu un golpe”. Arce, il presidente della Bolivia, ha condannato le “vessazioni dell’élite” contro i “governi popolari”. “Fin dall’inizio, la destra peruviana ha cercato di rovesciare Pedro Castillo, un governo eletto democraticamente dal popolo, dalle classi umili che cercano più inclusione e giustizia sociale”, ha detto Arce.

Dai dittatori di Nicaragua, Cuba e Venezuela, a Lula, Evo Morales, AMLO e la presidente chavista dell’Honduras, pioggia di solidarietà a Cristina dopo la sua condanna per corruzione che per loro è un golpe della destra

“Ho visto la tua dichiarazione in cui ti dici vittima di persecuzione giudiziaria e sappiamo bene in Brasile quanto questa pratica possa causare danni alla democrazia. Auguro una giustizia imparziale e indipendente per tutti e per il popolo argentino”, ha detto Lula, ex condannato per corruzione. Anche il Partito brasiliano dei lavoratori (PT), guidato da Lula, ha espresso solidarietà alla Kirchner. “Tutto il sostegno alla compagna Cristina Fernández, vittima di persecuzione e politicizzazione della Magistratura. Il PT è al tuo fianco, forza, vincerà la verità!” ha detto la presidente del PT ed ex inquisita, Gleisi Hoffmann.

La presidente dell’Honduras Xiomara Castro ha espresso “la nostra solidarietà e il nostro sostegno alla compagna Cristina, che ora sta affrontando l’attacco del ‘Lawfare’ (la nuova strategia della sinistra per evitare la galera) dopo essere sopravvissuta a un attentato fallito contro la sua vita. La verità prevarrà e la volontà del popolo argentino che ti sostiene. Forza Cristina!”, ha detto la moglie di Mel Zelaya. “Ribadiamo il nostro rifiuto dei processi giudiziari politicamente motivati e riaffermiamo tutto il nostro sostegno e solidarietà a Cristina Fernández de Kirchner di fronte alle vessazioni giudiziarie e mediatiche contro di lei”, ha detto il dittatore cubano Miguel Díaz-Canel concludendo il concetto con gli slogan “Cuba Ti Abbraccia” e “Tutti Con Cristina!”.

Anche Maduro ha respinto ieri la “persecuzione giudiziaria che c’è contro Cristina”, aggiungendo che il chavismo “si unisce all’indignazione del popolo della Repubblica argentina e di tutta l’America latino-caraibica in occasione della decisione giudiziaria politicizzata che condanna ed esclude dai pubblici uffici la compagna Cristina Fernández de Kirchner, vicepresidente di quella nazione sorella”. Maduro rifiuta “l’uso della giustizia come strumento per cercare di far uscire dal gioco politico la vicepresidente argentina e cercare di impedirle di alzare la sua voce dignitosa contro coloro che hanno indebitato il Popolo di San Martín e hanno sprofondato nell’esclusione e nella povertà l’Argentina. “Il chavismo ratifica il suo sostegno incrollabile a Kirchner e al popolo argentino, la verità e la giustizia prevarranno sulle bugie e sulla persecuzione politica sponsorizzata dalla destra di Macri”.

Il dittatore del Nicaragua, Daniel Ortega e sua moglie, Rosario Murillo, hanno espresso il loro sostegno a Cristina in una breve lettera: ”Cristina, compagna: a te, con ammirazione, rispetto e affetto, in questi momenti difficili, in cui il tuo coraggio e quello della tua gente si mostrano ancora una volta, spavaldi e capaci di trascendere le miserie, e di crescere, ancor più, nella dimensione storica che li ha fatti e li fa grandi. La nostra solidarietà in tutte le lotte e sempre oltre, inflessibile, lucida, formidabile e con profonda spiritualità. Certi che continueremo a vincere, conta su di noi. Un abbraccio forte e fraterno”. L’ex presidente boliviano Evo Morales ha espresso il suo “più veemente ripudio e condanna del colpo di stato giudiziario e fasullo che cerca di troncare i diritti politici della nostra sorella Cristina. Dopo aver fallito il loro tentativo di assassinarla, oggi cercano di eliminarla politicamente. Forza sorella Cristina. La lotta continua!”.

Il presidente messicano, Andrés Manuel López Obrador, ha detto che “è chiaramente una vendetta politica contro la vicepresidente dell’Argentina, Cristina Fernández, ed è anche un atto antidemocratico perché non vogliono che partecipi al processo elettorale, la stanno squalificando in modo che possa candidarsi”, ha detto il presidente nella sua conferenza quotidiana. AMLO ha rivolto poi “a Cristina e a tutto il popolo argentino un abbraccio fraterno e solidarietà: dobbiamo andare avanti e resistere”. Ha infine elogiato la decisione di Cristina di non candidarsi nel 2023 alla presidenza. “Un atteggiamento molto dignitoso e questo dimostra che non è una donna ambiziosa, volgare, perché non si candiderà. Ma pur senza essere candidata continuerà a essere una leader”.

Mai così tante le uccisioni di difensori dei diritti umani in Colombia

Con Petro si chiuderà l’anno con almeno 199 uccisioni di leader sociali e difensori dei diritti umani, il numero più alto mai registrato, a causa di attacchi di gruppi armati illegali in aree legate al narcotraffico, ha denunciato ieri il difensore civico. “Nel 2021 e nel 2020 ne erano stati uccisi 145 e 182 rispettivamente”, ha aggiunto. “È una cifra allarmante e senza precedenti, la più alta dal 2016, quando abbiamo iniziato a tenere i registri”, ha affermato il difensore civico Carlos Camargo.

Paolo Manzo, 9 dicembre 2022

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