Politica

Quelle segrete manovre sulle nomine con la scusa del gas russo - Seconda parte

È ovvio, siamo in guerra, anche se per interposta nazione. Ma veramente oggi la responsabilità della dipendenza dalla Russia deriva dalle nostre aziende ad ex partecipazione statale? Davvero è responsabilità dei loro attuali vertici? E gli attuali vertici da chi sono stati nominati se non dal Tesoro? Davvero riteniamo che un manipolo scelto di parlamentari decreti la bontà delle operazioni manageriali di queste imprese? Quando il Copasir sostiene che siano «discutibili» le scelte manageriali e dice che non valgono per Eni, Enel, Leonardo o quello che volete voi, le logiche di mercato, viene da chiedersi quali logiche valgono? Quelle politiche. Davvero? E allora vale la posizione degli attendisti grillini alla Conte o quelle dei ritrovati filo atlantisti del Pd? Forse potremmo mettere ai voti, non del consiglio di amministrazione, ma del governo o di qualche comitato le scelte aziendale, prese, pensate che pazzi, in autonomia.

Leggetela tutta quella relazione. Socialismo reale declinato in salsa moderna emergenza. Il Tesoro è uno degli azionisti di quelle imprese: il più importante. Stiamo attenti a gettare alle ortiche «logiche di mercato» e «autonomia di impresa» per non meglio precisati obiettivi di sicurezza nazionale. Il parlamento che ne aveva tutti gli strumenti non ha mai fatto nulla per renderci indipendenti energeticamente e oggi sembra che tutto ciò derivi dall’eccessiva indipendenza delle sue partecipate pubbliche.

Nicola Porro, Il Giornale 30 aprile 2022

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