Nulla sarà più come prima. Sono bastati due giorni per sfaldare due istituzioni. L’Europa di fatto non c’è più. Le dichiarazioni della Lagarde, che alla guida della BCE ha scatenato il più pesante domino negativo della finanza internazionale, ma soprattutto italiana degli ultimi 80 anni, ne hanno segnato la fine.
I crolli in Borsa stanno esponendo a rischi sempre più forti le aziende del nostro Paese.
Provate dal Coronavirus, distrutte dalla finanza. Hanno perso capitalizzazioni importanti e rischiano di essere acquisite con maggior facilità. Non dimentichiamo la storia.
Con la Lagarde alla guida del Fondo Monetario Internazionale la Grecia è stata fatta a pezzi e svenduta soprattutto ad aziende tedesche.
Che si voglia fare la stessa cosa con l’Italia?Approfittare del momento di difficoltà, approfittare del fatto che il Paese non abbia risorse ma solo debiti per fare dell’Italia ciò che è stato fatto della Grecia? Ma l’Italia non è la Grecia. L’Italia ha risorse economiche private e risorse imprenditoriali capaci di dare risposte forti, in ogni settore.
Questa Pandemia sta creando sempre più distanza dove non c’era prima e sta creando spaccature sempre più profonde lì dove distanza c’era già. La sta creando tra le persone, la sta creando tra le nazioni.
E con la Germania vicinanza non c’è mai stata. La Germania appunto. Se l’Europa non ci sarà più sarà anche per l’atteggiamento d’ostruzione da parte della Germania nel congelare all’interno dei suoi confini le mascherine necessarie soprattutto ai medici che lottano in corsia, nei centri di terapia intensiva, contro una malattia di cui non conoscono la cura, contro una malattia che sta minando la salute ed uccidendo tanti operatori del settore.
Come si fa ad accettare tutto questo? Sembra un episodio marginale, ma non lo è. L’Italia è stata presa d’assalto da un nemico invisibile di natura virale, l’Italia è stata invasa e nessuno, ancor meno tedeschi e francesi, si sono posti il problema di supportarla contro un nemico che ora è entrato anche nelle loro case, nelle loro famiglie, nei loro ospedali.
L’Europa non c’è più. O non c’è mai stata. L’Europa che ha fatto di tutto per salvare le banche, soprattutto quelle tedesche, francesi, spagnole, portoghesi, irlandesi, olandesi, inglesi e scandinave e che invece ha preteso massima austerità e rigore quando è stato il momento di far saltare le banche di casa nostra.
Il Bail-in, in Italia, è stato applicato ancor prima che entrasse realmente in vigore. Quanti miliardi di risparmi hanno preso il volo con i fallimenti di Banca Popolare dell’Etruria, Carichieti, Cariferrara, BancaMarche, Popolare di Vicenza e VenetoBanca? Quante pressioni sono state fatte contro Carige, MontePaschi e Popolare di Bari?
Ed invece cosa succede ai colossi bancari tedeschi dai piedi d’argilla? Basta con quest’Europa. Un’ Europa che ha messo sul piatto dei salvataggi bancari e dell’Euro la somma straordinaria di 3600 miliardi, si avete capito bene tremilaseicento miliardi e che in pratica, non ha messo nulla sul piatto molto più importante dettato dall’urgenza di salvare migliaia di vite oltre che l’economia di un intero Paese.
Come si fa a pensare che l’Europa dopo tutto questo ci possa ancora essere? C’è voluto l’intervento-toppa di Ursula Von Der Leyen a ridare un pizzico di fiducia ai mercati, dopo la sciagurata conferenza stampa di Christine Lagarde che aveva annunciato di non essere in grado di poter entrare negli affari che riguardano lo spread dei singoli Paesi. Perfino Mattarella si è sentito in dovere di richiamare l’Unione Europea ai suoi valori di solidarietà.
Ma finora si sono sentite solo parole, inutili parole, futili parole. Servono respiratori, letti, mascherine, guanti, anti-contaminazione, basta con le parole. L’Europa non c’è più. L’Europa dell’austerity tedesca, la stessa austerity che ha portato i tagli alla sanità italiana e che ora è costretta a combattere una guerra sempre più difficile da sostenere.
L’Europa non c’è più. Ma non c’è più il governo italiano. Ieri è stato esautorato dalla decisione di Fontana di prendere con se Bertolaso.