Lasciare in pace gli altri è il titolo di un libro edito da Ibl, che già vi fa capire dove andiamo a parare. Il suo autore John Lachs è un professore di filosofia. E in questa rubrichetta vogliamo parlare proprio del capitolo da cui ha preso spunto il titolo. “Gli esseri umani – scrive il filosofo – come pure altre specie animali, tendono a mantenere inalterato il desiderio di essere lasciati stare in modo da poter operare senza interferenze”. Ma questo impulso a tutelare gli affaracci nostri, dovrebbe tenerci sufficientemente impegnati da non occuparci degli altri. In realtà “la nostra volontà vuole ottenere potere e controllare il suo piccolo angolo di mondo. I mali che derivano da questo desiderio – aggiunge – definiscono la storia della razza umana”: dalla schiavitù al trattamento delle minoranze.
I peggiori, da questo punto di vista, sono coloro che hanno un approccio ideologico; come dare torto al prof. Quella liberale non si può mai definire un’ideologia, ma semmai un metodo, a differenza di quella marxista, o anche democratica, che ha una lunga serie di prescrizioni più o meno codificate. Inoltre ci sono “persone che vogliono rinunciare alle loro libertà perché sono terrorizzati dallo sbagliare. Questa servitù tuttavia è volontaria e contiene ancora un pizzico del piacere che accompagna l’attività libera”. In fondo si potrebbe definire una libera autolimitazione. Purtroppo, aggiunge Lachs, ci sono altri due modi “molto meno accettabili di orientare le vele: possiamo cercare di eliminare i desideri antisociali e possiamo limitare il potere di soddisfarli”.
Avete letto bene e non sobbalzate sulla sedia. In fondo la frase virgolettata dovrebbe sembrare normale a un liberale. Ma siamo talmente immersi in un brodo di cultura illiberale, che ci sembra normale eliminare “desideri antisociali”, poiché li consideriamo poco più che una bestemmia. Lachs in fondo non fa altro che riprendere Aldous Huxley “con la sua spudorata ingegnerizzazione dei desideri diretta ad indirizzarla alla condizione sociale delle persone”. L’accoglienza, la beneficienza, la redistribuzione del reddito considerato in eccesso, sono incontestabili, poiché il negarli vorrebbe dire alimentare “desideri antisociali”. Vedete che in fondo la filosofia ci porta con i piedi per terra.
Inoltre il nostro filosofo ricorda come “c’è un altro modo di controllare le manifestazioni antisociali della libertà e cioè riducendo la capacità delle persone di realizzare i propri desideri”. E in questo campo leggi, norme, codici, governi sono formidabili. Tutti riconosciamo l’importanza del codice penale, tutti sappiamo che proprietà privata e vita sono condizioni fondamentali e oggettive per poter parlare di libertà, ma da questo a ciò di cui si occupano le democrazie e i loro rappresentanti ci passa il mare.
Il testo di Lachs non è difficile, non è filosofia pura, è un modo diverso per ragionare su temi che consideriamo il nostro sistema operativo e che dunque non mettiamo mai in discussione.
Nicola Porro, Il Giornale 23 settembre 2018