Politica

Quello che la sinistra non vede: perché il voto francese rafforza Meloni

La sconfitta di Le Pen diventa una opportunità per la premier italiana. La nascita del gruppo di Orban e lo spazio “moderato” che si apre

Giorgia Meloni e le elezioni in Francia

Come al solito a sinistra non ci hanno capito granché: continuano a gioire per la debacle elettorale incassata oltralpe dal Rassemblement National, non rendendosi probabilmente conto che l’esito del voto francese, sebbene nefasto per i lepeniani, finirà col rafforzare ulteriormente la posizione di Giorgia Meloni nello scacchiere politico europeo.

Ebbene sì. Mentre le opposizioni accarezzano il sogno di poter riproporre anche nel Belpaese la grande ammucchiata rossa che in Francia ha arginato l’ascesa al potere del partito di Marine Le Pen, perdono d’occhio alcuni passaggi cruciali che rischiano di regalare loro l’ennesima carrellata di cocenti delusioni.

Perché non solo la bocciatura di Rn alle legislative di Francia non avrà alcuna ripercussione sulla stabilità dell’esecutivo di centrodestra, ma, paradossalmente, rischia persino di rivelarsi un invitante assist per Fdi e il suo presidente. Per tutta una serie di ragioni.

Primo: con la sconfitta rimediata nelle scorse ore da Marine Le Pen, Giorgia Meloni si conferma come l’unica leader europea di centrodestra a vincere e governare un grande paese Ue.

Secondo: l’esito sfavorevole del voto francese ha immediatamente spinto Rn ad aderire alla nuova formazione sovranista europea fondata da Viktor Orban, i Patrioti per l’Europa (di cui farà parte anche la Lega di Matteo Salvini), che dovrebbe adesso diventare la terza compagine del Parlamento europeo per numero di eletti, ma che potrebbe al contempo liberare uno spazio politico importante proprio per i Conservatori di Giorgia Meloni. Se infatti dopo le adesioni dei francesi di Rn e degli spagnoli di Vox, Ecr si vedrà numericamente scavalcare dal nuovo eurogruppo di Orban, d’altra parte, la presenza di una così folta compagine di destra identitaria finirà col creare uno spazio ove potranno collocarsi i conservatori, ivi identificabili come ‘destra moderata‘.

Terzo: posizionandosi a destra del Ppe, ma non così a destra quanto i Patrioti, Giorgia Meloni potrebbe seriamente candidarsi a ritagliarsi un posto importante nel prossimo governo europeo. Ursula Von der Leyen ha infatti un disperato bisogno di voti per garantirsi la riconferma alla guida della prossima Commissione, e, in tal senso, un’eventuale accordo con la Meloni sarebbe certamente la soluzione migliore per rinsaldare gli equilibri europei, in quanto, terrebbe fuori dal governo i Verdi (come apertamente richiesto dal Ppe) e sposterebbe il baricentro del prossimo esecutivo più a destra (avendo così maggior riguardo del voto popolare). D’altra parte, il sostegno elettorale alla Von der Leyen consentirebbe a Giorgia Meloni di ottenere un super commissario con deleghe economiche pesanti (Pnnr e Bilancio?) e di entrare a pieno titolo nella stanza dei bottoni.

Salvatore Di Bartolo, 9 luglio 2024

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