Ho l’impressione che la controversa questione delle tasse sui cosiddetti extra profitti delle banche stia generando ulteriore confusione su ciò che intendiamo come moneta a corso legale e moneta fiduciaria, da cui dedurre la sostanziale differenza che c’è tra base monetaria e aggregati monetari. Ebbene, quando qualche post-keynesiano – che sogna l’avvento in Italia della Modern Monetary Theory, con enormi flussi di moneta lanciati a pioggia sulla popolazione onde stimolare la domanda aggregata – ci spiega che le banche avrebbero il compito di creare moneta dal nulla per finanziare l’economia, dovrebbe chiarire al grande pubblico alcuni aspetti che caratterizzano la complessa questione dei quattrini, alias strumenti di pagamento.
L’euro e le banche centrali
In estrema sintesi, la moneta a corso legale, che rappresenta una porzione di quella fiduciaria, nel nostro caso è rappresentata dall’euro e viene emessa dalle singole banche centrali ed è garantita dallo Stato o dal complesso di Stati che la adottano.
La moneta fiduciaria, invece, costituisce un aggregato ben più ampio. Esso comprende la stessa moneta legale e l’insieme delle attività finanziarie che possono fungere da pagamento, tra queste la principale è la moneta bancaria. Quindi, la quantità di moneta esistente in un determinato momento nel sistema economico risulta pari al circolante più i depositi della clientela presso le banche. La base monetaria è dunque una componente dell’offerta di moneta (il rapporto tra offerta di moneta e base monetaria prende il nome di moltiplicatore monetario, vedi infra) ed è quella parte oggetto di controllo diretto da parte della banca centrale. In generale, la quantità complessiva di moneta (moneta legale e moneta bancaria) a disposizione del pubblico varia in relazione alla quantità complessiva dei prestiti concessi dalla banca centrale e dalle banche.
Le banche e i prestiti
Ora, i paladini del citato MMT sostengono che le banche italiane non starebbero finanziando a sufficienza la nostra economia. In soldoni, a loro dire, in Italia le banche presterebbero i quattrini col contagocce a famiglie e imprese. Ma c’è un problema però. Per far aumentare il volume complessivo dei prestiti, ovvero della moneta bancaria, bisogna chiederli tali prestiti. In altre parole, occorre che, sulla base di adeguate garanzie, questo qualcuno abbia in mente di realizzare con detti prestiti una qualsivoglia forma di investimento.
Tuttavia, in Italia la propensione all’investimento, che va di pari passo con una bassa crescita che oramai dura da decenni, non trova affatto un terreno fertile, soprattutto a causa di un eccesso di fiscalità e di burocrazia, ovvero i classici lacci e laccioli di cui si parla invano da quasi mezzo secolo.
Offerta di moneta bancaria e domanda aggregata
Pertanto, in questo quadro, agevolare una abbondante offerta di moneta bancaria rischia di tradursi in un quasi esclusivo sostegno alla domanda aggregata, che in verità i vetero- keynesiani sognano da sempre ad occhi aperti. In pratica si finanziano a bocce ferme i consumi, come in effetti è avvenuto durante il folle blocco economico della pandemia, sperando che ciò determini un effetto di trascinamento per i settori legati alla produzione di beni e servizi. Cosa che, per la cronaca, non sembra sia mai avvenuta in tempi moderni.
A tale proposito abbiamo un recente ed agghiacciante esempio di ciò che accade quando il sistema creditizio dispensa prestiti e mutui come se non vi fosse un domani: la crisi finanziaria dei cosiddetti subprime, di cui il mondo avanzato ancora porta le cicatrici aperte.
Occhio all’eccesso di credito
In pratica, allargando l’accesso ai mutui per acquistare una casa anche a soggetti a forte rischio debitorio – a Roma si direbbe prestare a porci e cani – si creò una colossale bolla immobiliare che, nel momento in cui iniziò il pignoramento e la messa in asta di molti di questi immobili per insolvenza, si sgonfiò rapidamente, rischiando di far collassare l’intera finanza mondiale.
Tuttavia, malgrado questa drammatica lezione che la realtà ci ha impartito, ancora oggi c’è gente che continua a scambiare la ricchezza con i quattrini, anziché considerare questi ultimi la conseguenza, il risultato di una azione economica che deve sempre partire dal lato dell’offerta.
Claudio Romiti, 18 agosto 2023