Non si dà per vinto il chiusurista Massimo Galli. E infatti ieri sera a Cartabianca è tornato a lanciare invettive contro le riaperture. “Io su questa cosa dal punto di vista tecnico non sono d’accordo – ha detto il responsabile di malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano – I dati parlano chiaro e i calcoli che sono stati fatti non sono stati fatti su base scientifica. Diciamo chiaramente che si è disponibili a vedere qualche centinaio o qualche migliaia di morti in più. È molto chiaro. Dobbiamo tentare di tenere in piedi determinate attività economiche. È inutile essere assolutamente ipocriti nell’affrontare i problemi”.
Il riferimento, sembra evidente, è al “rischio ragionato” rivendicato dal premier Mario Draghi nell’annunciare l’allentamento delle restrizioni dal 26 aprile. Ma nel suo intervento il virologo si è anche lasciato sfuggire una frase particolare: “Se quello che sento anche da chi siede nei Comitati tecnici scientifici è vero – ha detto – bene insomma: queste decisioni sono state di tipo politico”. La domanda è: cosa ha sentito di particolare dai membri dei vari Cts?
La frase in realtà è rimasta un po’ sospesa in aria. Poco dopo infatti è esploso un vero e proprio battibecco con Stefano Bonaccini che lo aveva accusato di essere “nervoso”. “Non prenda con me posizioni di tipo di confronto tra politici – ha ribattuto Galli – Si vergogni, lei sta usando tutte le piccole armi che una volta si utilizzavano nei dibattiti… Cerchi di dire le cose vere e non quelle che fanno comodo a questo o a quel politico”. Immediata la replica del presidente dell’Emilia Romagna: “Io non so di cosa mi dovrei vergognare. Galli provi a confutare una delle cose che ho detto prima e i numeri che ho dato”.