Diciamo la verità. Quello che tutti pensano e nessuno ha il coraggio di scrivere. Michela Murgia attacca il mondo da femminista perché è brutta. La capisco, sono brutto anche io. Ma le invidio che della sua bruttezza ha fatto un alibi per apparire. Se fosse stata bella sarebbe femminista? Non credo. Io se fossi stato bello sarei maschilista? Non credo. Quindi comprendo la bruttezza: forse non è galante scriverlo o dirlo a una donna, ma sono abbastanza educato per sapere che educazione viene da “ex ducere” latino: portare fuori quello che si pensa. Poi la società delle apparenze ha stravolto il senso.
La paura della divisa
Tornando a Michela Murgia: la sua educazione è (im)mediata, sa sempre come far parlare di sé stessa, come ha fatto ieri raccontando che l’ha fermata un poliziotto chiedendole se avesse paura della divisa. La Murgia aveva attaccato il Generale Figliuolo dichiarando di temere “un uomo in divisa”. Noi le chiediamo, ma se fosse una donna in divisa? Il discorso cambia. Michela Murgia invece indossa vestiti spentamente sgargianti, sempre con scollatura generosa, capelli neri tirati indietro, quasi un’accabadora o una donna sarda uscita da un libro di Grazia Deledda: le manca soltanto un vaso per portare l’acqua al pozzo è la sua maschera televisiva è completa.
Non mi si accusi di maschilismo: lo sono. Come Michela Murgia ammette di essere femminista. Quindi, da maschilista sono attratto dalla bellezza non interiore ma da quella nella quale sono cresciuto da bambino: le tettone di “Drive in”, le gambe di Tina Turner e i calendari di Naomi Campbell e Cindy Crawford. Quindi quando vedo Michela Murgia da Lilli Gruber la immagino con il grembiule che toglie i piselli dal baccello o le fave dalla buccia o porta l’acqua al mulino. Il suo.
La bellezza (e la bruttezza)
Perché Michela Murgia anche se sempre scollata e non si capisce perché: ma è un suo diritto come è mio diritto criticare la sua estetica perché quel che dice rimbalza nella mia testa senza che io comprenda: capisco solo, come tutti, che la scrittrice (ormai diventata una libellista da quizzone) è sempre incazzata con tutti ma è incazzata perché si vede, senza scomodare Lombroso e senza essere fascista (non lo sono: non credo alla destra come non credo nella sinistra). Io penso solo alla bellezza. La bellezza delle donne. Perché anche io sono brutto come Michela Murgia e la capisco, ma purtroppo non posso nascondere la mia bruttezza e il mio pensiero in uno scialle. Quindi quando vedo la Murgia da Lilli Gruber mi concentro su Lilli Gruber, in divisa sadomaso con pantaloni in pelle nere, tacchi e seduta in punta di poltrona e immagino che sia la Gruber a parlare al posto della Murgia. Anche con questo espediente non riesco a concepire l’animosità della Murgia: ha sempre lo scialle avvelenato contro qualcuno e qualcosa.