Toc toc: c’è posta per i tendinisti indignati che dopo anni di duro studio non hanno ancora ben compreso il concetto di pendolarismo. Il mittente del messaggio è Claudio Carastro, 24enne originario di Paternò, in provincia di Catania, studente al Sud, proprio nella città etnea, con un lavoro al Nord, a Milano per la precisione, dove il giovane collabora in uno studio di commercialisti. Una storia di pendolarismo estremo quella di Claudio, che dopo qualche cocente delusione lavorativa incassata nella sua Sicilia, ha deciso di traslocare armi e bagagli nella lontana Lombardia in cerca di migliori opportunità di lavoro, decidendo, tuttavia, tra mille difficoltà e non pochi sacrifici, di proseguire il percorso di studi già iniziato nella sua terra natia.
Una scelta coraggiosa quella del giovane siciliano, che col passare del tempo ha assunto i connotati di una vera e propria sfida, che con determinazione, costanza e spirito di abnegazione Claudio ha portato a termine conseguendo l’agognata laurea in Economia Aziendale, a conclusione di un percorso assai tortuoso ma indubbiamente alquanto formativo. Sotto ogni punto di vista. A dimostrazione di come, con impegno e sacrificio, si possa riuscire a superare ogni fatica (persino quella di svegliarsi nel cuore della notte a Milano per andare a sostenere un esame universitario a Catania e poi tornare indietro) e raggiungere anche le mete più difficili. Senza perdersi in sterili ed infruottose polemiche utili solo a disperdere tempo ed evitare qualsivoglia contatto ravvicinato con i libri, e senza alimentare quei fastidiosissimi piagnistei tipici di chi sa solo autocommiserarsi.
Come i tendinisti indignati, per l’appunto, simboli ingloriosi del vittimismo e dell’apatia che attanaglia sempre più spesso l’universo giovanile. Possano, costoro, fare propria la lezione di Claudio, e scolpire bene nelle loro teste il significato della parola “sacrificio” e cosa implichi davvero la condizione di “essere pendolari”. A cominciare dalla pioniera della protesta della tende, la studentessa (non lavoratrice) Ilaria Lamera, accampatasi a suo tempo in piazza Leonardo da Vinci pur di non sostenere l’immane viaggio (poche decine di km, in realtà) che separa il domicilio dei suoi genitori (Alzano Lombardo) dal Politecnico di Milano. Quando si dice: “fare sacrifici”. Ma fateci il piacere.
Salvatore Di Bartolo, 26 luglio 2024
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