Politica

Quirinale, la sinistra rispolvera il trucco contro Meloni & Co - Seconda parte

Ci risiamo: a sinistra rinfacciano alla destra di essere “impresentabile”. E così…

Decenza e presantibilità, decide la sinistra

Serra propone quindi alla sinistra (che per lui d’incanto include anche gli un tempo da lui stigmatizzati Cinque Stelle) di sfidare la destra chiedendole di fare un “nome decente”. E poi, verificata l’impossibilità (che a questo punto il nostro presuppone sia “metafisica”), autoassolversi perché non può considerare masochisticamente una sua colpa il fatto che da quelle parti non ci sia un “candidato presentabile”. Chi poi si arroga del diritto di certificare “decenza” e “presentabilità” (vi ricordate la commissione di censura elettorale presieduta da Rosy Bindi?), è questione che Serra semplicemente non si pone perché per lui sei “decente” e “presentabile” solo se sei di sinistra. Perché, ovviamente, la nostra destra non è “normale” ed è estranea ai “valori repubblicani”.

E in verità Serra, su questo punto, non ha tutti i torti: la nostra destra non è “normale” perché è la nostra Repubblica che non è “normale”. I nostri “valori repubblicani” nemmeno sono “normali” perché non si sono mai contrapposti al comunismo e al fascismo ma solo al secondo: sono valori antifascisti, come è giusto che sia, ma non anche anticomunisti, come sarebbe “normale” che fosse in una democrazia occidentale. In sostanza, la decenza e presentabilità per quelli che la pensano come Serra non sono valori universali o universalizzabili ma valori di parte che sono imposti come valori di tutti.

Sarebbe ora di rendersene conto tutti e tutti gridarlo forte. Così come sarebbe ora di capire che questa volta, proprio perché anche i numeri sono dalla nostra parte, non si può sbagliare. Per sette anni almeno, non ci si potrà lamentare se dovesse passare la scelta sbagliata.

Corrado Ocone, 15 dicembre 2021

 

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