Ovviamente, per preparare il tutto, giusto una settimana fa, Letta si era pure espresso per la continuazione del lavoro di Draghi a Palazzo Chigi. Fallito miseramente il subdolo e furbo tentativo democratico, la questione Quirinale resta ben aperta. Ora tutte le speranze sono riposte nel centrodestra: o che si faccia grande elettore di Draghi, al quale sarebbe poi facile chiedere come contropartita una copertura a livello internazionale per un futuro governo, oppure che compatto punti su un suo uomo (in prima battuta almeno è doveroso che sia Berlusconi) e trovi i voti mancanti, poco importa. L’importante è rompere un incantesimo e non far vincere ancora una volta la sinistra. Perché se accadesse ciò, caso mai per una divisione interna all’asse Salvini-Meloni-Berlusconi, veramente non ci sarebbero attenuanti e le pende dell’inferno che ci attenderebbero ancora per tanti anni sarebbero ben meritate.
Corrado Ocone, 5 dicembre 2021