Alla fine si finirà al “bis degli incapaci”. Ovvero alla soluzione di un secondo settennato di Sergio Mattarella. Questo è il segnale arrivato dal Parlamento, che da tre giorni fa confluire sempre più voti sul capo dello Stato uscente. E questa è anche la direzione che stanno prendendo i leader dei partiti. Enrico Letta è finalmente uscito allo scoperto, ammettendo di aver giocato per affossare la Casellati e “tornare al punto di partenza”, da dove – se non si trovasse un nome alternativo – non si potrebbe far altro che andare in ginocchio da Mattarella. Italia Viva non sarebbe del tutto contraria, i centristi anche sebbene insieme lavorino a Casini. Un pezzo del M5S è favorevole sin dal principio. E adesso pure Salvini ha aperto uno spiraglio: “Il bis sì, ma solo con convinzione”.
La spinta del Pd per Mattarella
Tutto inizia di buon mattino con le riunioni dei vari schieramenti. Letta di fronte ai suoi grandi elettori ha spiegato che il Pd cercherà di fare in modo che “la quadratura del cerchio” si trovi “all’interno della maggioranza”. I nomi in campo sono sette: Draghi, Mattarella, Belloni, Amato, Casini, Cartabia, Severino e Belloni. Ma in realtà l’idea dem, anche per tenere unito il partito, è quella di “assecondare la saggezza del Parlamento”, ovvero dar voce a quei 336 grandi elettori che ieri hanno scritto il nome di Mattarella nella scheda (benché l’indicazione fosse quella di andare in bianco).
I centristi frenano
Incredibile ma vero, a frenare sul bis di Mattarella adesso sarebbero i centristi. Per Maurizio Lupi “un doppio mandato” sarebbe “una sconfitta per la politica: 14 anni possono essere un’eccezione ma non la regola”. Anche Renzi ha sempre sottolineato l’indisponibilità teorica del Capo dello Stato. Sulla stessa linea Carlo Calenda, convinto che “rappresenterebbe l’ennesimo fallimento della politica”. E anche se nessuno oserebbe parlare di strappo istituzionale qualora si dovesse “scivolare” verso Mattarella, l’area centrista (compresa Forza Italia) ha detto espressamente di essere al lavoro per portare Pier Ferdinando Casini al Quirinale.
Il M5S dilaniato
A soffrire le pene dell’inferno è il M5S. Dopo lo scontro tra Di Maio e il binomio Conte-Grillo sul nome di Elisabetta Belloni, consumatosi durante una durissima riunione notturna, il leader grillino stamattina era atteso al vertice di maggioranza con gli altri capi di partito. Ma non si è presentato. Sintomo che la quadra non è ancora stata trovata all’interno del Movimento. Che una fetta dei 5 Stelle sia propensa a rimettere Mattarella al suo posto è chiaro: alcune delle preferenze di ieri avevano il marchio pentastellato. E non sono pochi i grillini convinti che sia il modo migliore per evitare le urne e tenere il governo in piedi fino a fine legislatura, quando molti di loro vedranno la rielezione col binocolo.
L’apertura di Salvini
La vera notizia di oggi, però, è senza dubbio il segnale che arriva dal segretario del Carroccio. “Mattarella? – ha detto Salvini – Non può essere una scelta di ripiego, arrivato al sesto giorno di no, ho troppo rispetto per lui, ma se quella è la via ci si arrivi con convinzione“. E ancora: “Sono convinto che se da sinistra l’unica risposta è no, allora tanto vale dire a Mattarella, con convinzione ‘ripensaci’. Lui ha detto tante volte ‘no grazie’, ma visto che altri fanno politica per bocciare le proposte che arrivano, allora forse è più serio dirgli di ripensarci”. Va detto che il “Capitano” ha sentito anche Mario Draghi al telefono, il quale a sua volta ha avuto un contatto con Mattarella. E Giorgetti, uno che parla poco, ha detto: “Svolta in giornata? Direi di sì”. “Gli italiani non meritano altri giorni di confusione – ha chiuso la partita Salvini – Io ho la coscienza a posto, ho fatto numerose proposte tutte di alto livello, tutte bocciate dalla sinistra. Riconfermiamo il Presidente Mattarella al Quirinale e Draghi al governo, subito al lavoro da oggi pomeriggio, i problemi degli italiani non aspettano”.
Fratelli d’Italia dice no
Unica vera opposizione a Mattarella è quella di Fratelli d’Italia, per motivi identici e contrari al M5S. La sua rielezione congelerebbe lo status quo, allontanando le elezioni anticipate tanto sperate dal partito della Meloni. La quale, peraltro, non ritiene il Capo dello Stato una figura che le garantirebbe in futuro un eventuale passaggio a Palazzo Chigi qualora vincesse le elezioni. “Sbagliato continuare a mettere in mezzo Mattarella!”, avverte sui social il deputato e responsabile nazionale organizzazione del partito, Giovanni Donzelli. “Ha detto che non è disponibile, non è mica un quaquaraquà”. La pietra tombale la scrive in un post su Facebook la leader: “Salvini propone di andare tutti a pregare Mattarella di fare un altro mandato da Presidente della Repubblica. Non voglio crederci”.