Quindi i partiti hanno chiesto di procedere con due votazioni al giorno per “chiudere prima possibile” la partita del Quirinale “perché lo chiedono gli italiani”, e poi? Poi finisce che alla sesta votazione, dopo la fumata nera su Casellati, si torna alla casella di partenza. Come nel gioco dell’Oca: il centrodestra si astiene, in teoria in modo unitario come ieri; il centrosinistra invece vota scheda bianca. Almeno nell’indicazione iniziale.
La caduta della Casellati
La giornata è nera, almeno nei disegni del centrodestra. In mattinata era arrivata la decisione di candidare Maria Elisabetta Alberti Casellati, anche su sua richiesta, per andare alla conta dei voti. Una mossa spinta dalla Meloni, cui Salvini non si è sottratto. E che ha finito col bruciare la seconda carica dello Stato. Alla fine dello scrutinio la senatrice di Forza Italia ha incassato 382 voti, con una 70ina di franchi tiratori ad abbassare quella soglia dei 450 voti su cui, in teoria, poteva fare affidamento. Lega e FdI giurano di essere stati fedeli all’indicazione, le schede “segnate” in fondo non dovrebbero mentire. Il dito dunque è puntato contro i centristi di Coraggio Italia e un pezzo di Forza Italia, da dove potrebbero essere arrivati i voti finiti a Berlusconi e Tajani. “C’è chi in questa elezione, dall’inizio ha apertamente lavorato per impedire la storica elezione di un presidente di centrodestra – ha detto Meloni, infuriata – Le decine di milioni di italiani che credono in noi non meritano di essere trattati così. Occorre prenderne atto, e ne parlerò con Matteo Salvini, per sapere cosa ne pensa”.
Il centrosinistra segna un punto, ma va in bianco
La palla è tornata a centrocampo. La destra ha dato indicazione ai suoi grandi elettori di astenersi, così da serrare le fila e vedere cosa accade dall’altro lato dello schieramento. Da Pd, Leu e M5S è uscita sempre la stessa manovra: i grandi elettori del “fronte progressista” avrebbero dovuto mettere nell’urna la scheda bianca. Stessa storia per Italia Viva. “Il centrodestra è nel caos più totale dopo l’esito della votazione – ha detto il capogruppo M5s Davide Crippa – Cerchiamo di gestire la situazione, ci sono contatti continui tra Conte, le forze progressiste e parte del centrodestra”. Trattative confermate anche da Annamaria Bernini di Forza Italia: Letta, Conte e Salvini si sono incontrati per un vertice a tre alla Camera.
Mattarella che fa?
Degna di nota anche la domanda che ora assilla tutti i parlamentari. Mattarella infatti nelle scorse settimane ha sempre escluso un suo bis, che poi sarebbe il fallimento degli incapaci. Non è un mistero che il M5S, o una parte di esso, lo vorrebbe di nuovo al Colle. Anche i peones lo sostengono, convinti che sia il modo migliore per evitare le elezioni. In teoria potrebbe apparire una forzatura poco istituzionale: se ha detto no, è no. Ma perché, allora, lui tace da diversi giorni? “Stupisce molto il silenzio del Presidente della Repubblica sull’utilizzo del Suo nome per una conta interna di alcuni gruppi parlamentari – attacca il Questore della Camera e deputato campano di Fratelli d’Italia, Edmondo Cirielli – A meno che fin dall’inizio il racconto che non volesse essere riconfermato era solo un racconto”. I tanti voti che ha ricevuto stasera alla sesta votazione sono un segnale. Ma quale?
Il quadro, infine, è cambiato con un colpo di scena serale delle 20. In tempo per i telegiornali della sera. In diretta tv Matteo Salvini ha infatti annunciato, dopo il vertice a tre con Conte e Letta, di essere al lavoro per portare “una donna” al Quirinale. Strategia confermata poco dopo anche dal leader del Movimento Cinque Stelle. Cosa significa? Significa che, nonostante le tante preferenze per Mattarella emerse stasera, i leader intendono sbarrare la strada sia a Mario Draghi che al Mattarella bis mettendo in campo il profilo di una donna, elezione storica, probabilmente quello di Elisabetta Belloni. Difficile immaginare, per ora, che se i due partiti con più parlamentari (Lega e M5S) intendono portare una donna al Colle il resto per Parlamento possa dire di no.
Ecco i risultati della sesta votazione:
Quorum: 505
Astenuti: 443
Schede bianche: 104
Schede nulle:
- Mattarella 337
- Nino Di Matteo 41
- Manconi 8
- Cartabia 5
- Draghi 5
- Belloni 4
- Amato 3
- Casellati 2
- Dispersi 8