Politica

Quote rosa, fregatura assicurata: che ridere la lista esclusa per troppe donne

Siamo al paradosso assoluto: la lista per “Laforgia sindaco” a Bari ha troppe signore in elenco

© Angelo Chiariello tramite Canva.com

Dopo venitemi un po’ a dire che spreco troppe parolacce, che perculo, che non mi tengo, che non rispetto nessuno: alòrs, in Puglia hanno squalificato la lista “Laforgia sindaco” in supporto alla candidata presidente del municipio IV di Bari, Giusy Giannelli, per eccesso di donne. Dieci su dodici ne hanno messe, disgrazièti maledètti, quando il regolamento dice chiaro che al massimo potevi infilarcene i due terzi. Alòrs, come si fa poi a non dire: ma saranno scemi, ma si può essere più scemi? Ed è un avvocato a non sapere come funziona: beh ma come si fa! Ah, che vergògna! Manco le basi der mestiere t’aricordi, ma che caz**, ah Micheleee! E va beh, sarai comunista cosììì, sarai femminista cosììì!, ma questa dell’esubero di signore è proprio una roba da fregnoni, da fregnacciari, e su, e nnamo! Poi fanno i convegni, tutti che parleno così, puooò, puoooò, e manco sanno come fa’ ‘na lista.

Sempre quella smania di strafare, di essere più wokisti del woke. Figura sinistra, proprio. Ah, noi sì che siamo bravi, siamo avanti noi, mica come quei puzzoni delle destre, siamo inclusivi, noi: e li hanno tagliati fuori. Li hanno esclusi. Per abuso, per eccesso, per esagerazione. Per mancato rispetto delle regole. Cioè si son tagliati le balle da soli. Che fare? Come si interrogherebbe Lenin. La via d’uscita c’è, e, tanto per sbaglià, è sempre la stessa: scaricabarile, automartirio, colpa delle destre, dei cambiamenti climatici, emergenza demokratika! Aspettiamo frementi la chat del subcomandante Giannolo, una edizione speciale del Salone del Libro, Chiara Valerio, Antonio Scurati, Bob Saviano “guagliò io so cchiù marter e te!”, una lettera dagli arresti domiciliari di Ilaria Salis da Budapest, una contorsione incartapecorita di Augias, uno scatto di Lilli Gruber, un fremito progressivo di Serena Bortone, un gay pride edizione speciale, un intervento di papa Gino, uno di papa Salis, uno di papa Bergoglio, uno di Bonelli&Fratoianni (speriamo non anche uno di Tajani&Meloni), per dire una e una cosa sola: è fascismo! No al regolamento omofobale e misofobante, noninclusivo, reazzzionario, stop genocide, free Palestine, go with Hamas, siino (alla Fantozzi e Filini) reintegrate le 10 femmine su 12 se no è reggime. E allora i tempi dei sentimentalismi sono finiti, bisogna restare nella legalità e noi ci resteremo a costo di imbracciare il mitra e inchiodare al muro tutti i nemici del popolo, la quale andate pure: ci rivedremo a Filippo! Viva la Repubblica! Viva l’esercito!

Che uno poi dice: va beh, son fatti così. Ma fosse tutto qui! Bisogna invece capire, immaginare come ci si è arrivati e chi scrive una sua idea, da vecchia carogna guasta, se l’è fatta: al grido “tutte incluse!”, s’è scatenata la carica delle 101, una bagarrrre tipo arrivo del Giro di Andorrrra, “spostati, io sono più donna di te!”, “togliti tu dalle ovaie, io sono tre volte donna”, come si diceva in tempi sovietici delle donne russe, “ma che! Io, io, io sono una donna di sopra e di sotto”, e insomma tutte che rivendicano un titolo più esclusivo per venire incluse. Perché le donne, le donne, sono pacifiche le donne, non si perdono in meschinità del potere le donne, sono generose, se ci fossero più donne al potere non ci sarebbero più le ggguerrre, le donne sono sognatrici però concrete però vanno al punto però disinteressate però più intelligenti però più fantasiose però più pratiche però più donne però. E senza neanche contare le trans, quelli che si percepiscono donne, ma non lo sono, però dentro sì, le non binarie, le donne a targhe alterne, quelle double face, le donne 4 stagioni e anche quelle 2 stagioni, donne col caldo, omini d’inverno, le donne in transito, in sosta vietata, in passo carrabile. Le donne, le donne.

Ah Laforgia: co’ tutte ste donne che ce fo? Ne voi mbò? Come cantava Renato Zero: donne, con tutte ‘ste richieste sono in panne, fra cene, taxi, mance e regalie, il prezzo è troppo alto amiche mie… Amico mio! Con tutta sta prosopopea, mi sei cascato (sulla lista) come Gesù Cristo. Regolamento femminicida: bastava un codicillo, bastava, appunto, prevedere che chiunque si percepiva donna poteva entrare in lista; però non l’ha fatto, bastava poco ma non l’ha fatto: ma quindi sono più genderofobi loro? Gli apostoli del sesso opinabile che si incartano su una normativa reazionaria che non tiene conto delle circolarità antagoniste del parallelismo ginecologico in senso anafestico schleiniano? Maddai!

E fu così che l’avvocato Laforgia si ritrovò eliminato prima della partenza per doping genderico. Allora, meglio Laforge, Jules Laforge, inconcludente ma leggiadro poeta uruguagio-francese della seconda metà dell’Ottocento, da noi sdoganato dall’immaginifico Carmelo Bene: “Pensavo: tutti lì sono giunti!/Udivo/Gli ansiti dell’immonda congiunzione dei bruti!/Quanto fango per uno sfogo di tre minuti!/Maschi, siate corretti!/Donne, datevi alle moine”.

Max Del Papa, 20 maggio 2024

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