Politiche green

“Rallenta la produttività”. Anche la Bce stronca il green deal

Secondo Francoforte, il rendimento delle imprese calerà di un terzo a causa della furia verde dell’Ue. L’Italia tra i Paesi più colpiti

bce green deal © Kenishirotie e claudiodivizia tramite Canva.com

L’ideologia alla base del green deal europeo l’abbiamo denunciata sin dall’inizio. Un’impostazione talebana, integralista, destinata a danneggiare tante realtà per ottenere risultati scarsi quanto ininfluenti. A stroncare le nuove misure per ridurre l’impatto ambientale ci ha pensato anche la Banca centrale europea, tutt’altro che soddisfatta dalle ripercussioni del piano: la conclusione è netta, in questo modo la produttività rallenterà. E nessuno si può permettere questo scenario.

La previsione dell’istituto guidato da Christine Lagarde sul green deal è esiziale: come riportato dal Messaggero, il rendimento delle imprese potrebbe addirittura calare di un terzo nel giro di cinque anni. Il colpo mortale è quello dei limiti regolatori alla produzione di Co2: sì meno emissioni, ma anche molta meno produttività. E la rivoluzione verde tanto sostenuta dalla sinistra andrebbe a colpire esclusivamente le imprese europee e di conseguenza le famiglie.

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Entrando nel dettaglio dell’analisi della Bce, il costo di questo green deal si farà sentire sia nel breve che medio termine. I benefici sono previsti solo nel lungo termine, ma sono legati alla spinta dell’innovazione. Insomma, poche certezze e tanti rischi. Gli esperti dell’Eurotower hanno preso in esame l’impatto degli shock recenti (pandemia e guerra) e dei cambiamenti strutturali tuttora in corso (oltre alla transizione ecologica, pure quella digitale) sulla produttività dell’Eurozona, alla luce dei dati raccolti in sei tra le più grandi economia nell’area della moneta unica, tra cui l’Italia (oltre a Germania, Francia, Spagna, Portogallo e Belgio). La svolta ecologica può stimolare l’aumento della produttività, ma servirà diverso tempo: “Nel breve-medio termine, l’adeguamento delle imprese all’aumento dei prezzi dei fattori produttivi” causato dalle nuove imposte sulla CO2 e dalle tensioni geopolitiche in atto, “ridurrà le emissioni come previsto, ma è anche probabile che riduca la crescita della produttività”, si legge nel report.

Il monito degli economisti della Bce è chiaro: “Anche se i costi della transizione verso un’economia a basse emissioni di CO2 saranno sempre inferiori rispetto a quelli dell’inazione, rimane importante capire come questi cambiamenti influenzano le decisioni di produzione e le prestazioni delle aziende. I maggiori costi dei fattori produttivi dovuti all’aumento dei prezzi dell’energia e delle emissioni di CO2 (nel quadro degli schemi di scambio delle quote, ndr) potrebbero frenare la crescita della produttività a breve termine”. La speranza, unico appiglio per i talebani del green, è che l’impatto negativo venga “compensato a lungo termine dall’adozione di nuove tecnologie più ecologiche e digitali”. Seguiranno aggiornamenti.

Massimo Balsamo, 20 marzo 2024

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