Se fosse stata assaltata la sede della CGIL sicuramente ci sarebbe stata la condanna da tutto il mondo politico, sociale e popolare. Ed invece in occasione delle manifestazioni per Ramy Elgaml è stato assaltato “soltanto” il Commissariato Dora Vanchiglia e se ne parla come fosse un atto giusto e doveroso. Sinceramente: ma chi ce lo fa fare? Ma chi siamo noi per decidere di non inseguire un fuggiasco?
Si, può succedere anche l’irreparabile in un inseguimento perché chi scappa sa che può succedere di tutto, lui sa perché scappa, noi no. E pensare che se fosse morto un Carabiniere o un Poliziotto ci sarebbe stato un bel funerale di Stato con tanti “vip” e tutti quei politici che poi, in altri casi, ci attaccano e ci distruggono…. Quanta ipocrisia nella politica e nelle figure importanti di questo Paese.
Ho letto le dichiarazioni della sig.ra Ilaria Cucchi, sono arrabbiato e preoccupato per il fatto che abbia chiesto sospensione e destituzione per i Carabinieri interessati. Mi viene in mente, però, che c’è tanta gente che non merita di ricoprire alcuni scranni e alcune poltrone importanti dello Stato, perché parlare sempre a posteriori senza mai assumersi le responsabilità delle decisioni tra cui la mancanza di regole d’ingaggio e protocolli operativi è davvero diabolico. A chi governa, a chi decide, a chi legifera spetta la decisione sulle regole d’ingaggio e sui protocolli, ma non ci sono e così si lascia a due poveri (poveri perché lo stipendio è ridicolo per i rischi che si corrono!) uomini in divisa di decidere della vita propria e di tutti mentre gli altri (tutti, chiunque, praticamente 60 milioni di persone) sono nella sala Var a condannare, decidere, sventare la vita di chi sta lavorando rischiando in primis la propria vita.
Che Paese pieno di ipocrisia! Chi deve decidere e salvaguardare il popolo non decide e lascia tutto in mano alle divise…. ricchi contro poveri, potenti contro deboli. Insomma, Ramy è una vittima di un sistema che non funziona ma è troppo facile dire che hanno sbagliato icCarabinieri, che potevano essere quelli a morire in quell’inseguimento… e nessuno si sarebbe stizzito.
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In un inseguimento non esistono regole d’ingaggio perché chi poteva e doveva deciderle tempo fa quando le chiedevamo non lo ha mai fatto, preferendo abbandonare come sempre noi poveri cristi che tutti i giorni ci mettiamo la faccia. Eppure oggi parlano tutti, tutti vincono da dietro ad una scrivania, perdiamo solo noi. Soli e adesso anche stufi ed arrabbiati, usati come figurine per la carriera di pochi.
Ormai tutta la situazione ha dell’assurdo, ma nessuno parla della morte del giovane Ramy, oltretutto non era nemmeno lui a guidare. Lui è una vittima ma non dello Stato. Lui è una vittima di questo sistema corrotto dove si racconta ai giovani che possono fare quel che vogliono, delinquere, uccidere, rubare, scappare, addirittura insultare e sputare in faccia a poliziotti e carabinieri tanto avranno sempre ragione loro e troveranno sempre una difesa da parte di chi è contro le divise per partito preso e per convenienza elettorale.
Sinceramente, ma chi ce lo fa fare? È veramente umiliante sapere che lavoriamo rischiando la vita per chi ci abbandona.
Alla fine, il problema è solo uno: noi non possiamo più assicurare la sicurezza del nostro popolo se ad ogni passo subiamo un atto dovuto, se paradossalmente siamo obbligati a fare quando non si vuole più che si faccia. Allora la politica batta un colpo, le parole non servono più a nulla: regole e protocolli, tutele e gratitudine, ma soprattutto atti dovuti da parte di chi indossa la divisa. Se siamo in strada dobbiamo mettere in atto competenze e professionalità con i nostri strumenti, altrimenti non serviamo più a nulla. Come vedete, è un cane che si morde la coda, basterebbe scegliere la legalità al posto dell’anarchia e dell’impunità.
Andrea Cecchini, 11 gennaio 2025
*Segretario Italia Celere
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