Ramy, il Comandante Alfa distrugge Gabrielli: “È meglio se sta zitto”

L’ex capo della polizia aveva detto: inseguimento dei carabinieri fatto con modalità non corrette. Il superpoliziotto lo smentisce

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Non si placano le polemiche sulle forze dell’ordine italiane che si trovano frequentemente a dover gestire situazioni di emergenza, in cui è richiesta una rapida capacità decisionale unita a un’azione determinata. Un esempio emblematico di tale scenario è stato l’intervento del maresciallo Luciano Masini a Rimini, il 31 dicembre, quando ha affrontato un aggressore armato di coltello. Il Comandante Alfa, una figura di spicco delle forze speciali italiane, intervistato a Quarta Repubblica descritto l’azione di Masini come “esemplare”, sottolineando la sua volontà di neutralizzare l’attacco senza intenzioni letali.

Il maresciallo si è trovato di fronte a Muhammad Abdallah Abu Hamid Sitta, ventitreenne egiziano che, dopo aver ferito quattro individui, ha minacciato Masini. Quest’ultimo ha messo in atto ogni tentativo per fermare pacificamente l’aggressore, fino a quando, con rammarico, è stato costretto a sparare, ponendo fine alla minaccia. L’agire di Masini ha ricevuto l’apprezzamento del governo, con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ha manifestato il proprio supporto attraverso l’annuncio di assistenza legale per il maresciallo, e il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha confermato un encomio solenne.

Durante un’intervista con Nicola Porro, il Comandante Alfa ha messo in luce la professionalità e l’attenzione di Masini nell’incidente, rimarcando l’imperativo di salvaguardare sia i cittadini sia gli appartenenti alle forze dell’ordine, anche di fronte a decisioni difficili. Ha inoltre criticato l’etichetta dispregiativa di “Rambo” attribuita ai carabinieri, precisando che l’uso della forza rappresenta sempre l’ultima opzione, diretta esclusivamente alla difesa.

Il superpoliziotto ha poi affrontato la questione dell’insicurezza e della violenza nelle città, facendo riferimento al caso di Ramy Elgaml a Corvetto per illustrare la problematicità e i rischi legati agli inseguimenti, evidenziando la necessità di norme chiare a protezione di tutti gli interessati. Dure le critiche nei confronti di Franco Gabrielli, precedente capo della polizia, ritenuto responsabile di dichiarazioni mal consigliate sulla proporzionalità dell’uso della forza da parte delle forze dell’ordine. “Era meglio se stava zitto: mi è veramente dispiaciuto – ha detto – Certe cose dette se lo dice un giornalista ci passo sopra, ma se le dice lui mi lasciano basito. Si occupi della sicurezza di Milano che non mi sembra sia un esempio”. Per Gabrielli i militari avrebbero dovuto prendere la targa dello scooter e indagare da remoto. Ma il Comandante Alfa lo smentisce categoricamente: “Il ciclomotore poteva essere stato rubato due ore prima e non esserci nessuna denuncia – ha spiegato il militare – E quei ragazzi potevano trasportare armi o esplosivi. Potevano aver fatto qualcosa di male o essere in procinto di farlo… di notte col casco come fai a riconoscerli?”.

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