Quello che vedete in foto è Oday Nasser Al Rabay e quello che vedete nel filmato è sempre lui dopo il trattamento ricevuto dagli sgherri di Hamas.
Ma andiamo con ordine.
Oday Nasser Al Rabay aveva 22 anni, era palestinese e viveva a Gaza. Non sappiamo, e sicuramente non lo sapremo mai, se in passato sia stato affiliato ad Hamas o alla Jihad Islamica e, di conseguenza, non sapremo mai se nella sua vita è stato un terrorista o se ha compiuto atti di terrorismo.
In ogni caso, anche se lo fosse stato, il solo fatto di essere diventato uno dei leader del movimento di protesta anti-Hamas a Gaza ci dice che, al contrario di quello che succede in Occidente, in qualche modo era rinsavito e che un po’ di neuroni avevano incominciato a girare nel suo cervello.
Questo gli aveva probabilmente snebbiato la vista e il sogno di vivere una vita quanto più normale possibile aveva forse preso forma in lui.
Come tutti i palestinesi e come tutti gli abitanti della Striscia di Gaza e della West Bank sicuramente odiava Israele, gli ebrei e tutto quello che rappresentano ma, ciò nonostante, possiamo immaginare che anche le varie organizzazioni terroristiche palestinesi, Hamas in testa, non godessero o non godessero più delle sue simpatie.
A un certo punto Oday Nasser Al Rabay si è sicuramente reso conto di quello che in Occidente sapevano tutti coloro che non si rifiutavano di sapere, e cioè che Hamas, armi alla mano, si è sistematicamente appropriata degli aiuti umanitari che tutto il mondo ha mandato alla popolazione palestinese. Aiuti umanitari che sono stati distribuiti ai terroristi e alle loro famiglie e venduti a caro prezzo a tutti gli altri.
Considerando che questo furto continuato veniva eseguito davanti al mondo intero e che lo stesso mondo, proprio quello che aveva pagato quei preziosi aiuti, non si è mai curato di scoprire se davvero le derrate alimentari arrivassero a chi ne aveva bisogno, Oday Nasser Al Rabay, e altri insieme a lui, hanno organizzato delle manifestazioni di protesta.
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A quel punto il mondo, quello che ha sempre pagato, quando ha visto i cartelli e ha udito gli slogan urlati al cielo non ha più potuto far finta di non vedere, questo perché nonostante il blocco delle informazioni operato da Hamas e il silenzio colpevole di Al Jazeera, l’unica televisione autorizzata a trasmettere dalla Striscia di Gaza, attraverso i social le notizie sono arrivate e anche i filmati.
Stando così le cose non si poteva più far finta di non vedere.
Non c’è però il lieto fine in questa storia perché Oday Nasser Al Rabay è stato rapito dai terroristi di Hamas, torturato e poi giustiziato. Il corpo è stato lasciato davanti alla casa della sua famiglia nel fine settimana e nella giornata di sabato centinaia di persone sono state filmate mentre partecipavano al corteo funebre gridando slogan contro l’organizzazione terroristica.
Questo però non ha scoraggiato i vertici di Hamas che hanno minacciato tutti coloro che hanno partecipato o parteciperanno alle manifestazioni. Le proteste si sono tenute per tre giorni consecutivi ma si sono interrotte nel fine settimana, probabilmente le minacce incominciano a fare effetto.
“Questo è il prezzo da pagare per coloro che criticano Hamas”, c’era scritto in un biglietto ritrovato sul corpo martoriato del ragazzo, ma questo omicidio, questo scempio, non farà notizia e non susciterà indignazione tra i cosiddetti “pro Palestina” complici di Hamas col culo al caldo in Occidente e sulla stampa internazionale. Ne siamo sicuri perché se di qualche crimine, per quanto disgustoso, non si può dare la colpa agli ebrei, non sarà nelle notizie.
Perché lo sappiamo che without the Jew there is no news.
Michael Sfaradi, 30 marzo 2025
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