Era lo scorso febbraio, quando papa Francesco – in risposta alle critiche, soprattutto provenienti da destra, relativamente ad una sua propaganda immigrazionista – affermava di voler fare solo la “politica del Vangelo“. Un messaggio che, da una parte, sembra aver tentato di sfuggire dalle contestazioni; ma che dall’altra non pare aver spostato di un millimetro la propaganda progressista, che anche negli ultimi giorni il pontefice sta propinando.
Francesco apre al mondo Lgbt
Sì, perché al di fuori dell’allarme migratorio, che ha visto il Vaticano attaccare più volte le politiche dell’esecutivo Meloni, adesso è arrivato il momento dei diritti Lgbt. Al centro la questione delle benedizioni delle coppie omosessuali, che al momento è sul tavolo dei padri sinodali e nei pensieri di papa Francesco, il quale recentemente ha incontrato lo suora Jeannine Gramick, sostenitrice dell’aborto e della causa arcobaleno, ricevuta per quasi un’ora a Santa Marta martedì scorso.
Le indiscrezioni sul cambio di rotta definitivo della Chiesa arrivano direttamente dal cardinale brasiliano, Leonardo Ulrich Steiner, che nel briefing con la stampa di mercoledì scorso ha confermato l’interesse del Santo Padre a voler affrontare definitivamente la questione all’interno della Santa Sede. Si tratterebbe del più grande cambio di rotta del Vaticano, considerando pure che la suora in questione era stata “punita” da Ratzinger nel 1999, destinataria di una notificazione dell’allora cardinale, nella quale siaffermava che Gramick “danneggiava la comunità della Chiesa”.
Per approfondire:
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Papa Benedetto dimenticato
Uno scontro ideologico, quello tra Francesco e Benedetto XVI, che si era già presentato in passato. Per esempio, nel 2015, quando il nunzio apostolico Karl-Josef Rauber, molto critico con Benedetto XVI, fu fatto cardinale da Francesco. O ancora, ancora più lampante è stato il caso del professore Peter Hünermann, invitato a partecipare al volume della collana La Teologia di papa Francesco, nonostante in passato fu firmatario della dichiarazione di Colonia contro Ratzinger. La questione scatenò anche l’irritazione di Ratzinger.
Insomma, dopo la causa immigrazionista, ora papa Francesco sta cercando di scardinare quel tipico carattere conservatore che storicamente ha tratteggiato il Vaticano, e che guarda caso trovò il proprio apice durante il pontificato di Benedetto XVI. Dopo l’apertura delle porte del Vaticano (ma solo a parole, semplicemente a colpi di slogan e non fondata su azioni concrete), ora l’appoggio alla causa progressista riparte direttamente dai temi etici.
Ebbene sì, anche in Vaticano abbiamo una nuova Elly Schlein: la Santa Sede è ormai attraversata da una politica a forte trazione arcobaleno, fluida e politicamente corretta. Questa è la nuova Chiesa di Bergoglio: gli ultimi rimasugli del ‘mandato’ di Ratzinger sono destinati ad essere dimenticati definitivamente.