Christian Di Martino, vice ispettore della Polizia di Stato, è ancora in ospedale. Ma arrivano buone notizie dal reparto di terapia intensiva del Niguarda: c’è cauto ottimismo. Dopo momenti critici, che hanno necessitato un intervento chirurgico immediato e 70 trasfusioni di sangue e plasma, sono stati registrati segnali di miglioramento. L’Ansa riporta che Di Martino respira autonomamente e ha iniziato ad interagire a qualche stimolo iniziale.
Questo progresso nella sua condizione di salute è un barlume di speranza per un pieno recupero. “Il paziente non è però sveglio – fanno sapere fonti dell’ospedale all’Agi – e non sta parlando ma ha reagito a qualche stimolo iniziale”. Quindi, “il paziente resta in prognosi riservata e la sua condizione è ancora considerata grave anche se prevale un cauto ottimismo”.
Di Martino è stato accoltellato da un immigrato presso la stazione ferroviaria di Milano Lambrate. Il grave attacco si è consumato giovedì scorso: Hassan Hamis, cittadino marocchino e residente irregolare in Italia da vent’anni, aveva aggredito una donna di 55 anni lanciandole addosso delle pietre. Nel corso dell’intervento, le forze dell’ordine hanno utilizzato il taser che però non ha fatto effetto. A quel punto Di Martino ha immobilizzato Hamis ma non poteva sapere che questi avesse un coltello con una lama di 20 centimetri nascosta sotto la giacca. Le tre coltellate inferte alla schiena hanno lesionato un rene, la milza e il duodeno, provocando emorragie interne e danni ingenti agli organi interni. Di Martino ha subito 5 arresti cardiaci.
Il processo di guarigione del vice ispettore, pur essendo ancora nelle fasi iniziali, è seguito con grande interesse e speranza, tanto dalla comunità medica quanto dai cittadini. Di Martino affronta una sfida non solo fisica ma anche emotiva, trovando nella risposta alle domande degli inquirenti un segno di incoraggiamento per il suo recupero. La sua storia non rappresenta solo il racconto di un agente ferito in servizio ma simboleggia il compromesso e il sacrificio quotidiano degli uomini e delle donne in divisa per la sicurezza collettiva, sottolineando il valore della resilienza e del sostegno comunitario in momenti di prova.
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