Esteri

“Reazione spropositata sui civili”. Cosa c’è dietro il tackle di Tajani su Netanyahu

Pur ribadendo il massimo sostegno allo Stato ebraico, il ministro degli Esteri ha bacchettato le troppe morti tra i civili

tajani israele

L’Italia è assolutamente al fianco di Israele, ma questo non significa condividere ogni azione pianificata da Benjamin Netanyahu. Questo il concetto espresso dal vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante un’intervista a ‘PingPong’ su Radio1Rai. Le idee del governo sono chiare: Roma sosterrà sempre lo Stato ebraico, ma è giusto spingere Israele verso la prudenza perché c’è stata una “reazione sproporzionata” per quanto riguarda la popolazione civile a Gaza. Un’analisi netta, schietta, obiettiva da parte di chi non ha mai messo in dubbio al vicinanza tra i due Paesi.

Tajani ha evidenziato che ci sono troppe vittime che non hanno a che fare con Hamas, ricordando come Roma abbia “sempre invitato Israele ad evitare rappresaglie che colpissero in maniera così violenta la popolazione civile palestinese che non è Hamas“. Non tutti i palestinesi sono Hamas, la stella polare del titolare della Farnesina: “Bisogna puntare alla liberazione degli ostaggi in mano ai terroristi ma, allo stesso tempo, bisogna far sì che cessi questa violenza degli attacchi israeliani che sta provocando troppi morti civili”.

Quello in corso nella Striscia non è genocidio – la precisazione di Tajani – ma è giusto evidenziare gli errori di Tel Aviv per le troppe vittime civili. Tornando all’attentato organizzato dal 7 ottobre, il segretario di Forza Italia non ha utilizzato troppi giri di parole: “È una cosa bestiale, che non ha nulla a che vedere con la guerra e i militanti di Hamas sono le nuove Ss, la nuova Gestapo, ma forse anche peggio. Israele è stata vittima di un attacco bestiale. Quello di Hamas non è stato un attacco militare, ma una vera e propria carneficina. Abbiamo visto nei video cose tremende”. Ma questo non giustifica reazioni sproporzionate, il monito a Netanyahu.

Tajani ha ribadito che l’Italia, insieme agli Stati Uniti, chiede nella giusta difesa della propria sicurezza, di non colpire la popolazione palestinese provocando tante vittime. Comprensibile la rabbia – Israele ha subito oltre 1000 morti nell’attacco criminale di Hamas e ha dovuto, per questo, reagire per difendersi – ma questa non può giustificare reazioni madornali. Un messaggio già condiviso nell’incontro con il premier israeliano risalente a fine gennaio, con una separazione netta tra la popolazione di Gaza e Hamas, come testimoniato dalla disponibilità di Roma ad accogliere e curare 100 bambini palestinese e ad allestire un ospedale da campo.

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Ma lo stesso discorso si può fare sul “dopo”. A differenza di quanto sostenuto da qualcuno dalle parti di Tel Aviv, l’Italia è categoricamente per la soluzione “due popoli, due Stati”, l’unica via per un futuro di pace e sviluppo per i popoli israeliano e palestinese e per mettere fine a una crisi che rischia di destabilizzare il già fragile ordine nell’area. I dialoghi proseguono, ma l’Italia non è disposta ad accettare un massacro di civili, perchè il rischio è quello di passare dalla ragione al torto senza una motivazione valida: Hamas è il vero nemico, questo dettaglio non va mai perso di visto.

Massimo Balsamo, 13 febbraio 2024