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Recovery fund: chi ha vinto davvero è la Merkel - Seconda parte

In verità, le classi dirigenti italiane la sovranità del nostro Paese l’avevano venduta da decenni, sin dai tempi dei Trattati fondanti l’Unione, vuoi per inconsapevolezza, ingenuità e incompetenza vuoi per interesse o ideologia. I tanto demonizzati “sovranisti” a ben vedere suggeriscono di seguire fino in fondo il nostro interesse nazionale, proprio come fa la Germania. Allo stato dei fatti però i rapporti di forza si sono così palesemente resi a noi sfavorevoli che mettersi frontalmente contro i voleri della nuova padrona di Europa non sarebbe certo una buona scelta. Per le opposizioni è necessario cominciare a studiare una strategia di “lotta nel sistema” e non “contro il sistema”, come ha efficacemente suggerito in un ispirato articolo il professor Orsina. Ma anche ammettere che il nemico è in noi e non è la Merkel. Alla fine del suo percorso politico, forse, oltre ad apprezzarne le qualità politiche, ahimé non presenti da tempo nella nostra classe dirigente, della cancelliera dovremmo cominciare ad ammettere onestamente che ha dimostrato coi fatti di essere la prima e la più capace sovranista europea.

Corrado Ocone, 26 luglio 2020

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