2. ll taglio dei parlamentari, svincolato da una riforma organica della Costituzione, è il rutto liberatorio di chi ha prosperato sull’antipolitica, emettendo i primi vagiti dalle piazze del “Vaffa”. Raccogliere le espettorazioni grilline non è un titolo qualificante per chi crede nella politica.
3. Il No al referendum esprime un dissenso al governo Conte che è figlio delle contraddizioni e delle ipocrisie di un populismo attoriale che interpreta l’avversione al sistema e contestualmente si lascia lusingare dal potere. Il populismo ibrido e ambiguo pentastellato non può trovare alcuna complicità e l’unico modo per accelerare la sua cessazione è pronunciare una sillaba priva di scarti semantici: NO!
Andrea Amata, 28 agosto 2020