Non bastava il generale boicottaggio mediatico. Non bastava il voto in un unico giorno in piena estate. Non bastavano gli sgangherati appelli di Luciana Littizzetto. Non bastavano i partiti scomparsi di fronte alla sfida elettorale dei referendum. Non bastava il fatto che i quesiti abrogativi sono di non facile comprensione e certo non un argomento pop. Sulla strada dei referendum sulla giustizia ora ci si mette anche il più incredibile dei fattori: a Palermo mancano infatti una cinquantina di presidenti di seggio, mancanza che di fatto rende impossibile l’apertura delle urne in quelle zone.
La questione non è di poco conto. I presidenti di seggio avrebbero dovuto aprire le porte agli elettori alle 7 ma intorno alle 9 della mattina, dunque due ore dopo, almeno in una cinquantina di seggi non si è potuto votare. “Abbiamo lavorato tutta la notte per reperire presidenti – ha detto all’Ansa Antonio Le Donne, segretario generale del Comune di Palermo – Attualmente circa 50 seggi non sono ancora aperti ma stiamo notificando altrettante nomine”. Il motivo? A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si piglia: stasera è in programma il ritorno della finale dei play off di serie C tra Palermo e Padova; chi vince, sale in serie B. Il fischio di inizio è previsto intorno alle 21 e i seggio chiudono alle 23: per presidenti e scrutatori andare allo stadio sarà impossibile.
Il Comune ha provveduto a nominare presidenti di sezione alcuni dei funzionari interni a propria disposizione. Ma certo si sono perse almeno 2 o 3 ore di voto. Tanto, troppo se si considera che la tornata elettorale – ed è stata una delle polemiche – si svolge in un solo giorno e non in due come in altre elezioni. Per questo la Lega ha subito sollevato un vespaio di proteste: “A Palermo, dove sono in programma anche le Amministrative, in alcuni seggi non è ancora possibile votare per i referendum per la mancanza di presidenti”, dicono fonti del Carroccio. La Lega si appella al Capo dello Stato e al ministro dell’Interno: ”Situazione grave e inaccettabile, democrazia a rischio, è necessario allungare l’orario del voto”. Per la Lega si tratta di uno “scandaloso e sconvolgente furto di democrazia”, una “situazione indegna per un Paese civile”.