Il referendum sulla giustizia

Referendum giustizia, urne chiuse: ecco i risultati e il quorum

Il 12 giugno si è votato per i 5 quesiti sul referendum della giustizia. Serve il quorum al 50%

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Poteva andare forse diversamente? No, forse. Perché indire le elezioni il 12 di giugno non è mai un grande regalo all’affluenza. Farlo in un giorno solo ancora meno. E per i referendum il quorum conta. Quindi purtroppo era pienamente prevedibile che sarebbe finita così: i cinque quesiti sulla giustizia non hanno superato lo sbarramento, fermandosi a meno del 20% di affluenza.

Tradotto: nulla cambierà, almeno fino alla prossima e difficile riforma parlamentare. I giudici continueranno a poter diventare pm e viceversa. La legge Severino resta in carica. Le norme sulla carcerazione preventiva non cambiano e anche il Csm resta immutato. Un bene? No. Noi abbiamo provato a smuovere gli elettori. I commensali di questa zuppa saranno andati, immaginiamo, diligentemente al voto. Tanti altri no.

In fondo i grandi media non hanno praticamente mai parlato dei referendum. I giornali hanno prima imposto il silenzio, poi si sono schierati contro. La televisione pubblica ha mandato in onda la letterina di Littizzetto che in sostanza invitava tutti ad andare in spiaggia. E I partiti non hanno fatto di meglio: contrario il Pd, sulla linea del ‘nì’ Fratelli d’Italia, in fondo non convintissima nella sua campagna neppure la Lega. Risultato: bassa affluenza e addio quorum. Peccato, l’occasione era buona per dare una spintarella al “Sistema”.

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