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Regno Unito, onda laburista: il clamoroso esito degli exit poll

I sudditi di Sua Maestà chiamati al voto in Gran Bretagna. Ben 16 ministri rischiano di non essere rieletti. Keir Starner verso Downing Street

Exit poll Gran Bretagna © gonzalomedin e MCCAIG tramite Canva.com

Si chiudono le urne nel Regno Unito, aperte oggi 4 luglio dalle 7:00 alle 22:00 ora locale. La Gran Bretagna è tornata al voto e, con ogni probabilità assegna la vittoria a Keir Starner. Gli exit Poll in fondo sono chiari e assegnano una maggioranza schiacciante ai laburisti.

  • Labour (Keir Starner): 410 seggi con il 34% dei voti a livello nazionale
  • Conservative (Risi Sunak): 131 seggi con il 23% dei voti a livello nazionale
  • Lib-dem: 70 seggi con il 12,2% dei voti a livello nazionale
  • Reform UK (Nigel Farage): 4 seggi con il 14,3% dei voti a livello nazionale
  • SNP (Partito Nazionale Scozzese): 8 seggi con il 2,4% dei voti a livello nazionale
  • Sinn Fein 7 seggi con lo 0,7% dei voti a livello nazionale
  • Plaid Cymru: 4 seggi con lo 0,7% dei voti a livello nazionale
  • Partito Verde d’Inghilterra e Galles: 4 seggi con il 6,8% dei voti a livello nazionale
  • Altri: 14 seggi

Per capire l’entità del tracollo dei conservatori, si consideri che per ottenere una maggioranza governativa a Starner bastano 326 seggi. Secondo la Bbc, per i Labour si tratta del miglior risultato dai tempi di Tony Blair nel 1997 e rispetto alle ultime elezioni crescono di 210 seggi. Solo cinque anni fa la sinistra era stata schiacciata, oggi invece tutto viene ribaltato: per i Tories, che perdono 247 posti, sarebbe il numero più basso di seggi mai ottenuto dai tempi del dopoguerra. Quattordici anni di governo e tanti, forse troppi premier hanno lasciato un segno negli elettori. Bene i Lib-Dem, che salgono di 62 seggi. Buono il risultato di Nigel Farage, che torna in Parlamento con un numero inatteso di deputati. Crolla invece il partito nazionale scozzese, che ne perde 38 in un colpo solo.

Come si vota in Gran Bretagna

Il sistema di voto “first-past-the-post” adottato nel Regno Unito divide il territorio in 650 aree elettorali. In questo contesto, il candidato che ottiene il maggior numero di voti in ciascuna area vince, rendendo non necessaria la maggioranza assoluta. Il leader del partito con il maggior numero di seggi guadagna solitamente la posizione di Primo Ministro.

Cosa dicevano i sondaggi

I sondaggi indicavano un netto vantaggio per il Labour su i Conservatori, con un distacco di venti punti percentuali a favore di Starmer. Con il Labour al 40% nelle preferenze e i Conservatori al 20%, vi era una certa curiosità riguardo la possibilità che i sondaggi si traducano in voti effettivi o se i Conservatori, guidati da Rishi Sunak, possano recuperare terreno. Così non è stato.

Chi favorisce l’affluenza alta?

L’affluenza alle urne rappresenta un fattore chiave nell’esito delle elezioni. La partecipazione dei cittadini potrebbe infatti essere determinante. Ricordando le elezioni del 2019, dove su 67 milioni di abitanti 46 milioni erano registrati per votare e l’affluenza fu del 67%, sia i Conservatori che il Labour manifestano preoccupazioni: i primi sperano in un’affluenza alta per contrastare le attuali previsioni, mentre i secondi temono che un’eccessiva sicurezza possa portare i loro sostenitori a non recarsi alle urne.