La corsa al voto

“Noi mai alleati”, “Mi fa orrore”. E poi Calenda fa l’accordo con Renzi

Italia Viva e Azione trovano la quadra: Calenda guiderà la campagna elettorale, Renzi al Senato

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L’avrà pure detto e ridetto per sei milioni di volte, ma pare essersene dimenticato. A Carlo Calenda il modo di fare politica di Renzi faceva “orrore”, lo faceva “incazzare”, però alla fine s’è turato il naso ed ha ceduto: dopo essersi scannati via social e tv per qualche anno, Carletto e Matteo convolano a nozze. Azione e Italia Viva correranno insieme alle elezioni, cercando di creare quel Terzo Polo sfuggito a quasi tutti quelli che ci hanno provato.

L’accordo era nell’aria da un paio di giorni. Di sicuro da quando Calenda aveva deciso di stracciare il patto già siglato con Enrico Lettacausa del flirt del Pd con Verdi e Sinistra Italiana. Ad Azione, a dire il vero, non restavano molte alternative: l’ipotesi di raccogliere le firme per presentare il simbolo era pura fantasia, una missione impossibile. Litigato con +Europa di Bonino, ecco la scialuppa offerta da Matteo Renzi. Il contratto prevede che l’ex premier si faccia da parte e corra per un seggio al Senato mentre Calenda guiderà la campagna elettorale. I due partiti dovranno sotterrare l’ascia di guerra e cercheranno di lavorare contro i due opposti “populismi”, quello di destra dominato da Giorgia Meloni e quello di sinistra rappresentato dal duo Letta-Fratoianni. Nella pratica, si tratta di una lista unitaria che porterà alla formazione in Parlamento di gruppi unitari ma conservando “l’autonomia” dei singoli.

È inutile approfondire oltre perché, si sa, in politica le parole valgono meno di zero. Basta farsi un giro nell’enorme archivio che è la Rete per ripescare non solo i poco piacevoli “complimenti” che Renzi e Calenda si sono scambiati negli anni, ma anche i tanti giuramenti infranti col patto di oggi. “Non farò politica con lui perché il suo modo mi fa orrore”, diceva un inviperito Calenda da Myrta Merlino su La7. “Non mi alleo con Renzi: l’ho detto sei milioni di volte”, ripeteva a TvLoft. Il motivo? L’ex premier “è una persona che dice una cosa e ne fa un’altra”, ma soprattutto “ciò che non sopporto è che condisce questa roba con ‘la mossa del cavallo’, ‘Enea e Anchise’, ‘l’ispirazione di Obama’”. “Ecco – sentenziava Carlo – a me queste cose fanno incazzare. Perché non puoi presentarti come Kennedy e fare come Mastella”. A Calenda non sono mai piaciuti i metodi, più che le idee, di Renzi. Se l’è dimenticato?

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