Ci siamo sbagliati. Ieri, quando abbiamo lanciato la maxi-scommessa (vota qui) sul prossimo litigio di Matteo Renzi e Emma Bonino, non pensavamo che il rottamatore sarebbe riuscito in un’impresa ancor più magica: nel tentativo di unire due atomi in vista delle Europee, ha contribuito a spaccare in due l’elettrone di +Europa. Manco il tempo di sposarsi con l’ex premier che l’ex ministro ha già mandato al diavolo il presidente del suo partito, l’ex grillino Federico Pizzarotti.
La lista “Stati Uniti d’Europa”
Spieghiamo dall’inizio. Dopo settimane di ferventi trattative (immaginiamo…), +Europa e Italia Viva sono arrivate ad un accordo per una “lista di scopo” dal nome Stati Uniti d’Europa. Nel listone insieme a partiti di +Europa e Italia Viva ci saranno anche i Libdem Europei di Andrea Marcucci, il Psi di Enzo Maraio, i Radicali italiani e Volt. Le trattative si sono però inceppate su una possibile candidatura di Totò Cuffaro e della partecipazione al patto della Nuova Dc, alla fine smentita da Iv. A frenare la ratifica (tutto è pronto, anche il simbolo) s’è messo di mezzo proprio Pizzarotti.
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L’ex sindaco di Parma, grillino alla nascita, giustizialista per indole, certo non potrebbe immaginarsi al fianco di Cuffaro. E l’ha fatto sapere. Prima ha fatto notare che le trattative sarebbero iniziate senza il via libera della Direzione Nazionale di +Europa; poi ha definito “lunare, assurda e inconciliabile” l’alleanza con la Nuova Dc; e infine ha spedito una lettera a Emma Bonino sull’ipotesi, circolata sui giornali, di una candidatura di Marco Zambuto (genero di Cuffaro) nel nuovo listone. Sintesi: “Cara Emma, questa storia sta diventando il gioco delle tre carte. Come puoi accettare di compromettere +Europa e la tua storia personale?”. Tradotto in pratica: Pizzarotti non intende firmare, da presidente del partito, la proposta di partecipazione elettorale. Il che, visto lo statuto, potrebbe diventare un problema mica da poco.
A Emma Bonino l’uscita dell’ex grillino non è andata minimamente giù. E, intervistata ad Un Giorno da Pecora, ha picchiato duro contro il suo (in teoria) uomo di partito. “Bisognerebbe spiegare a Pizzarotti che una lista di scopo è una lista di scopo, se ancora non ha capito gli posso consigliare di leggere la Treccani”. E ancora: “Se è così convinto ed innamorato di Calenda ci vada, non ci siamo parlati ma da settimane mi sembra così, se si vuole far eleggere da Calenda faccia pure. Una proposta politica non è un carcere”. In altre parole: qui comando io, fai pure le valige se vuoi.
Difficile dire se si arriverà al “che fai mi cacci?” di finiana memoria, ma poco ci manca. La verità è che neppure hanno superato l’apertura delle urne e già litigano. Renzi sogna di riuscire ad eleggere 7 o 8 eurodeputati. Sarà già un miracolo non scannarsi da qui a giugno.