Ieri Matteo Renzi è stato prosciolto da ogni accusa riguardante l’ormai famosa inchiesta Open. Ne siamo ben contenti. E siamo felici che oggi il senatore riscopra la sua vena garantista, a dire il vero un po’ altalenante, colpendo a destra e a manca i giustizialisti italiani che a suo tempo cavalcarono la manovra giudiziaria finita nel nulla. Tutto giusto. Però ci permettiamo di dedicare all’ex premier un gigantesco e zuppesco “toc toc”. Perché se oggi Renzi accusa i magistrati di voler “decidere cosa è finanziamento alla politica” e di “maciullare intere famiglie”, non si capisce per quale motivo quattro anni fa abbia lui stesso cavalcato il caso Open Arms che oggi vede imputato Matteo Salvini e che sta “maciullando” politicamente il leader della Lega.
Il garantismo o è sempre, oppure non è. Se Matteo Renzi ritiene che i giudici non possano “tentare di assassinare un progetto politico” come Iv indagando sulla Leopolda, avrebbe dovuto evitare che un ministro dell’Interno venisse processato in quella che è con ogni evidenza un’invasione di campo della magistratura nelle scelte migratorie di un governo. Invece, il 30 luglio del 2020, Renzi rivendicava la legittimità dell’inchiesta contro Salvini. Toc toc, senatore: se lo ricorda questo suo discorso? Si ricorda quando permise, con i voti di Italia Viva sull’autorizzazione a procedere, di indagare sull’ex ministro degli Interni permettendo loro di decidere “cosa è difesa dei confini” e cosa no? Se l’ha dimenticato, glielo ricordiamo noi. Buona visione.